CASAL DI PRINCIPE - «È una tela di Penelope senza fine, ma aspettare oltre è inaccettabile, diventerebbe un’offesa all’intelligenza e uno schiaffo...
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Cosa è andato storto? Tutto dipenderebbe dall’Università. Secondo Giovanni Allucci, direttore di Agrorinasce, al quale è affidato il bene che poi andrà in gestione all’Asl per la realizzazione delle attività progettate «a pesare è stato un concatenarsi di eventi e una sconsiderata superficialità della stazione appaltante». Per recuperare l’immobile, la Regione ha finanziato due milioni di euro, di cui 300 mila euro gestiti dalla società consortile Agrorinasce che ne ha curato il recupero fin dall’inizio e i restanti 1,68 milioni di euro (fondi FAS) a seguito della stipula di un accordo di programma che ha visto coinvolta anche la Seconda Università di Napoli, in qualità di stazione appaltante. Il problema, questa volta, dopo l’ultimo blocco per i fondi che erano andati in perenzione, riguarderebbe gli impianti dei condizionatori. Stando ad alcune indiscrezioni, gli impianti arriveranno a giugno perché l’ordinativo è partito troppo tardi e questo provocherebbe un rinvio di altri cinque mesi, visto che dopo l’istallazione sarà necessario certificato di agibilità. Un destino infausto per la villa hollywoodiana che ha segnato lo strapotere della camorra Casalese e che invece, dovrebbe essere il vessillo del recupero. Eppure, il riutilizzo sociale venne sancito l’8 giugno 2008 e l’anno scorso a festeggiare la fine dei lavori fu un ricco parterre di magistrati, politici, giornalisti e forze dell’ordine. Dei ritardi che il sindaco Natale definisce «eccessivi», senza escludere «il ricorso alla Procura della Repubblica qualora dovessero continuare anche solo di un mese rispetto alla tabella di marcia», se ne discuterà stamattina alle 10 in Regione nel tavolo tecnico di programma chiesto proprio da Allucci e dal Comune casalese. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino