Vitigno distrutto, «è il racket della guardiania»

Vitigno distrutto, «è il racket della guardiania»
CASAL DI PRINCIPE - «Non abbasserò mai la testa, se pensano che il momento di crisi può infiacchire la volontà, con me hanno sbagliato a fare i...

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CASAL DI PRINCIPE - «Non abbasserò mai la testa, se pensano che il momento di crisi può infiacchire la volontà, con me hanno sbagliato a fare i conti». Mario Schiavone agronomo e consigliere comunale a Casal di Principe non ci gira intorno. Qualcuno gli ha tagliato cento piantine di uva asprinio, mandando in malora quattro filari e di conseguenza dai 10 ai 120 quintali di produzione. La scoperta l’ha fatta martedì mattina e ieri pomeriggio ha denunciato ogni cosa ai carabinieri della compagnia di Casal di Principe, agli ordini del capitano Simone Calabrò. «Ero stato sul terreno anche domenica mattina per capire quali fossero state le conseguenze della gelata e martedì avevo deciso di fare un altro giro come mia consuetudine, ma non mi aspettavo una tale sorpresa», spiega Schiavone. Non si tratterebbe di un semplice atto vandalico, ma un gesto che ha a che fare con il racket della guardiania. «Non abbiamo mai avuto conoscenza di guardiania estorsiva e sarebbe certamente inaccettabile», dice Ennio Natale componente del direttivo della Coldiretti di Casal di Principe.

Eppure, che ci sia qualcosa di nuovo nel panorama dei guardiani dei terreni tramandati di padre in figlio, è indubbio. «Il guardiano c’è sempre stato, ma nella misura di dieci euro all’anno ogni moggio», dicono dalla Coldiretti. Una richiesta non imposta e in qualche modo tollerata come mutuo soccorso.
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Il Mattino