Ad Avagliano e Palmieri il premio «FiuggiStoria 2018» per il miglior libro di saggistica dell’anno

Cultura
Mario Avagliano, giornalista e storico, originario di Cava de’ Tirreni, collaboratore del Mattino e del Messaggero, direttore responsabile di Cavanotizie, e Marco Palmieri...

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Mario Avagliano, giornalista e storico, originario di Cava de’ Tirreni, collaboratore del Mattino e del Messaggero, direttore responsabile di Cavanotizie, e Marco Palmieri con il libro «1948. Gli italiani nell'anno della svolta» (Il Mulino) sono i vincitori della nona edizione del Premio FiuggiStoria per la saggistica. Il libro è stato selezionato dalla giuria tra una cinquina di finalisti in cui c’erano anche Luciano Canfora, Paolo Mieli, Guido Melis, Vittorio Robbiati Bendaud e Claudio Vercelli. I riconsocimenti della nona edizione del Premio FiuggiStoria consegnati nel corso di una cerimonia presso la Biblioteca Militare Centrale dello Stato Maggiore dell'Esercito di Via XX Settembre a Roma. Il Premio è promosso dalla Fondazione “Giuseppe Levi-Pelloni” in collaborazione con il Comune di Fiuggi e con i patrocini del Senato della Repubblica, Camera dei Deputati e Presidenza della Regione Lazio. Questa edizione del Premio è stata dedicata allo storico Giuseppe Galasso, ricordato da Alfredo Arpaia, presidente della Lega Italiana dei Diritti dell'Uomo.


«1948. Gli italiani nell'anno della svolta» è un viaggio nel cuore di un anno decisivo della storia italiana, per capire gli stati d’animo alla vigilia delle elezioni più significative della vita del Paese, la difficile transizione dal fascismo alla democrazia, le strategie dei partiti, il valore dei leader quali lo statista Alcide De Gasperi, padre costituente, fautore del piano Marshall  e precursore della nascita del centrismo con la clamorosa affermazione della Democrazia Cristiana, gli aiuti americani e l’ingresso dell’Italia nella Nato, gli effetti della guerra fredda, il ruolo della Chiesa nella propaganda elettorale e nella mobilitazione delle coscienze, i riflessi sovietici e l’attentato a Togliatti, i fermenti e le ribellioni, esaminati attraverso lettere e diari privati, rapporti delle autorità di pubblica sicurezza, la stampa e i cinegiornali dell’epoca. L’Italia di De Gasperi, Bartali, Togliatti, Nenni, Pio XII, Aldo Moro, e l’Italia dei giovani di allora, tra cui un inedito Silvio Berlusconi e un imprevisto Umberto Eco, è ricostruita attraverso la briosa rivisitazione di Avagliano e Palmieri per offrire occasioni di riflessione ed intessere un sottilissimo filo con la postmodernità. Molti anche gli episodi e i personaggi relativi a Napoli e alla Campania. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino