La vita del «buon maestro» Brassens il cantore degli ultimi in trenta tavole

La vita del «buon maestro» Brassens il cantore degli ultimi in trenta tavole
I momenti della giovinezza nella sua città natale, Sète, mentre già sognava Parigi... Gli scatti in posa con la mamma Elvira, la sorella Simone e i nonni...

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I momenti della giovinezza nella sua città natale, Sète, mentre già sognava Parigi... Gli scatti in posa con la mamma Elvira, la sorella Simone e i nonni lucani, Michele e Maria Augusta... I concerti nei migliori teatri parigini... I momenti con la sua compagna che non sposò mai... E poi, l'incontro con Salvator Dalì e altri noti personaggi... Le pose nelle strade di Parigi con la sua inseparabile pipa e i suoi amici gatti... Sono alcuni degli scatti in bianco e nero della mostra «Georges Brassens il cantore degli ultimi».


Promossa dalla Regione Basilicata e dal Comune di Viggianello per la curatela del giornalista salernitano Mimmo Mastrangelo e dell'editore Valentina Porfidio, l'esposizione è stata presentata nel Centro Visita del Parco del piccolo centro lucano nell'ambito della due giorni dedicata al grande chansonnier francese per i novantacinque anni dalla nascita e i trentacinque della morte.

Un tracciato di trenta tavole che attraversa i momenti salienti della vita e della carriera del cantautore che chiamavano «il buon maestro» i cui testi sono stati tradotti in quaranta lingue ed ancora oggi vengono cantati e reinterpretati in ogni angolo del mondo. Brassens, come riporta il titolo della mostra, è stato «il cantore degli ultimi», ha messo in musica l'amore, l'amicizia, la pace, si è preso beffa dei poteri pre-costituiti e dei vizi della borghesia ma, soprattutto, ci fatto cogliere la bellezza e la dignità di cui è portatrice l'umanità ferita.





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Il Mattino