Sconfinamenti tecno-umani della robotica da far impallidire il Frankenstein di Mary Shelley. Ibridazioni tra uomini e macchine che sfidano la virtualità degli Avatar con...
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E sembra partire proprio da quest'ultima provocazione un’iniziativa di confronto e opportuno approfondimento, intitolata «Convegno Postumano», in programma venerdì 27 maggio a Napoli, presso l’Istituto italiano per gli studi filosofici (dalle ore 10 alle 17). Promosso dall’Istituto Freudiano per la Clinica, la Terapia e la Scienza e dalla Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo freudiano in collaborazione con l'Istituto italiano per lo Studio e lo Sviluppo del Territorio, l'incontro di studi - a cura di Gabriele Grisolia e Fulvio Sorge - intende infatti indagare, in particolare, «il corpo tra psicoanalisi, biopolitica, realtà virtuale e arte» dando spazio alle riflessioni e agli interrogativi di specialisti di diverse discipline: psicoanalisti (Antonio Di Ciaccia, Luisella Brusa, Giovanni de Renzis), filosofi (Fabio Ciaramelli, Davide Tarizzo), comunicatori sociali (Daniele Pitteri), letterati comparatisti (Gabriele Frasca) e architetti (Gaetano Cantone). Chiamati a confrontarsi sulle conseguenze - non soltanto etiche ma storiche, sociali, politiche - che si prefigurano all'orizzonte del presente e dell'immediato futuro.
«Nel mondo del postumano - spiega Sorge, psichiatra e psicoanalista lacaniano - la sintesi tra macchina e uomo è prossima a compiersi; la sua ideologia obbedisce al sistema sperimentale della scienza e della tecnica e giustifica la ragion pratica, l'attualità della techné, essendo senza alcun riferimento a premesse di carattere filosofico o teologico. Ma questo scenario pone non pochi interrogativi: come sarà la nostra vita nel prossimo futuro? E soprattutto, quale vita, quale rispetto e quale felicità sono promessi all'uomo di domani in ragione delle conquiste della scienza e degli avanzamenti della medicina?»
Sono domande alle quali cercheranno di dare risposta i relatori, da una pluralità di punti di vista accomunati da un motivo conduttore per tutti: la dimensione etica, fondamento di ogni riflessione. «L'attuale globalizzazione del mondo - aggiunge Sorge - allarga certo le prospettive di una democrazia diffusa ma, soprattutto per i giovani, la virtualizzazione della realtà copstituisce spesso un miraggio di onnipotenza e favorisce la comparsa di nuove forme di dipendenza e di angoscia profonda, con una progressiva perdita del senso di realtà, del rapporto con l'altro e della socialità che può sfociare in derive come le ludopatie fino all'hikikomori»: termine giapponese che connota il drammatico fenomeno del ritiro di soggetti spesso giovani in autoisolamento nella propria stanza, dove l'unica relazione con il mondo esterno è costituita dal computer, sino ad arrivare a forme estreme e radicali di annullamento di sé attraverso la morte volontaria per inedia.
Non è fantascienza, ma realtà. Che da un laboratorio antropologico come il Giappone, avanguardia del futuro, rischia di radicarsi anche in Occidente, già preda di un sottile disagio di civiltà che mette a dura prova il soggetto parlante e il suo corpo. Quel corpo che Jacques Lacan chiama parlessere. Spiega ancora Fulvio Sorge: «Dalla fantascienza emerge un legame analogico con la psicoanalisi lacaniana, perché mentre le neuroscienze e le scienze empiriche come la medicina si avviano a protesizzare e manipolare i corpi attraverso la tecnica, la psicoanalisi lacaniana ritiene che i corpi siano 'tagliati' dal linguaggio, dalle parole: ecco perché sembra indispensabile, oggi, che la psicoanalisi interroghi le discipline che si interessano del corpo all'inizio del terzo millennio, per declinare i caratteri del postumano nella dimensione prospettica del mutamento antropologico e fattuale del corpo umano con tutte le sue conseguenze».
Un viaggio avventuroso, insomma, ma necessario (si pensi ai temi "sensibili" connessi alle biotecnologie e alla maternità surrogata, per fare solo un esempio), tra quelli che Daniele Pitteri chiama «suoni, voci, tracce immateriali» dell'immaginario post-umano: focalizzato da Fabio Ciaramelli tra radicalità e illimitatezza o, come nel contributo di Gaetano Cantone, nelle sue rappresentazioni iconiche postmoderne, magari alla ricerca di un corpo (maschile e femminile: indagati da Antonio di Ciaccia e Luisella Brusa) che non c'è, o non c'è più, soggetto a pratiche di modificazione tra realtà e irrealtà che delineano nuove prospettive per la vita oltre il sé, oltre la specie e oltre la morte con cui fare necessariamente i conti.
Obiettivo finale dell'incontro, concludono gli organizzatori, «aprire nuovi orizzonti di pensiero ed esprimere intuizioni speculative che si trovano nel dominio del 'non ancora'». Per imparare magari a fronteggiare criticamente la nostra "seconda vita" nei pluriversi digitali, o il cibo geneticamente modificato, o le tecnologie riproduttive che, se guidate da logiche di profitto e di mercato che reifica i corpi, rischiano di distruggere persino la sacralità della relazione materna. Come già ammonì a suo tempo una pensatrice del calibro di Luisa Muraro, e come ha prefigurato Rosi Braidotti nel suo Madri, mostri e macchine (ManifestoLibri 2005). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino