«Per rabbia e per amore»: le impronte dei passi di don Diana nell'ultimo libro di Raffaele Sardo

La vita e il sacrificio del prete anticamorra diventano un romanzo

Raffaele Sardo
Ha ragione don Luigi Ciotti quando, parlando di don Peppe Diana, dice che il sacerdote trucidato dalla camorra dei Casalesi non avrebbe sopportato di vedere la sua opera...

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Ha ragione don Luigi Ciotti quando, parlando di don Peppe Diana, dice che il sacerdote trucidato dalla camorra dei Casalesi non avrebbe sopportato di vedere la sua opera pastorale, ma ancor prima la solidità delle amicizie, la profondità degli studi teologici, la generosità della sua presenza negli scout, ridotte a una semplice definizione. Perché don Diana era tutte queste cose messe insieme, e ancora molto di più.

Il 19 marzo di quest'anno saranno passati trent'anni dal suo barbaro omicidio, e bene fa Raffaele Sardo - autore di "Per rabbia e per amore, le impronte dei passi di don Peppe Diana" per Guida Editore - a iniziare il libro posizionandone il protagonista in una location speciale, dalla quale si dipanerà la trama di un racconto che sa farsi romanzo, ma anche nuovo, prezioso documento. Don Diana è in Paradiso, “laddove il tempo scorre diversamente e la luce comanda”: e qui incontra suo padre Pasquale con il quale inizia una lunga conversazione su ciò che fu, ciò che è e su quel che probabilmente sarà.

Una trama narrativa alla quale Raffaele Sardo sa imprimere ritmo, profondità e allo stesso tempo leggerezza e tenerezza che rendono scorrevole la lettura delle 210 pagine. Un viaggio nella memoria, nel ricordo di un uomo di chiesa votato a Dio, e dunque autenticamente al sociale. Un martire della sua terra, bella e maledetta.

Sarà proprio questo onirico dialogo tra don Peppe, suo padre e poi anche sua madre, a scandire i tempi del percorso di un sentiero contrappuntato dai ricordi di vita. E sul piano della dimensione onirica l'autore farà incontrare – in quel Paradiso dei Giusti – il sacerdote con Peppino Impastato “il siciliano” e sua madre Felicia Bartolotta, che si sono ribellati alla mafia. Ogni pezzo di racconto è intervallato dalla cronaca di episodi significativi, ma anche dalle vicende più personali di don Diana, che lo hanno portato a scegliere la vita sacerdotale.

Sardo, cronista di razza che racconta da oltre tre decenni fatti e misfatti di Terra di Lavoro, compendia con questo suo ultimo lavoro un percorso professionale scandito con la puntualità tipica del “cronista di strada” - quello che consuma suole di scarpe e che si muove per sapere, capire e raccontare ciò che vede – per raccontare le storie di chi non ha più voce (o mai ne ha avuta), degli ultimi, ma soprattutto delle vittime innocenti di ogni violenza.

L'omicidio di don Peppe Diana riuscì finalmente a scuotere le coscienze e a dare impulso alla lotta contro il clan dei Casalesi, fenomeno criminale per troppo tempo sottovalutato anche dalla magistratura inquirente. E quest'ultimo libro di Sardo consacra un uomo, un prete con i jeans sotto la tonaca, che nessuno dovrà mai dimenticare.

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Il Mattino