Centotrenta anni dopo la sua pubblicazione non è ancora chiaro chi ispirò la penna di Robert Louis Stevenson nella scrittura de “Lo strano caso del dottor...
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LA NUOVA TEORIA
C'è però una nuova teoria, sviluppata da un ricercatore dell'università di Edimburgo, in Scozia, secondo cui l'autore avrebbe preso a modello un tale Eugene Chantrelle, un francese con cui Stevenson era solito andare a bere. Lo studio è stato pubblicato dal Times di Londra che lo descrive semplicemente come uno “psicopatico”. Eugene Chantrelle era però molto più di un semplice psicopatico. Aveva la reputazione di essere un ottimo commensale e sapeva parecchio di letteratura, essendo particolarmente attratto dalle opere di Moliere. Ma il compagno di bevute di Stevenson aveva anche un lato oscuro di cui, fino ad oggi, non sapevamo nulla.
LA NOTA
Lo storico Jeremy Hodges ha trovato di recente alcune note scritte a mano, in cui lo scrittore parla della “dualità” del francese con cui aveva stretto amicizia: trovava in lui qualcosa di attraente, come se nascondesse un lato oscuro. Chantrelle era stato accusato dell'omicidio della moglie e aveva il singolare hobby di farcire i toast al formaggio con una dose letale di oppio. In una delle tante serate passate a discorrere di letteratura, Stevenson potrebbe aver preso ispirazione per il protagonista del suo romanzo più famoso e nella nota rinvenuta da Hodges viene descritto così: “Chantrelle portava in viso i segni più chiari della sua criminalità; o meglio, dovrei dire così se non avessi scoperto la sua parte omologa, un esempio di gentilezza e di buona condotta”. Secondo lo storico questa nota sarebbe il pezzo mancante di un puzzle rimasto irrisolto dal 1886. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino