Un fumetto salernitano racconta ​la storia dei Pink Floyd

le pagine più oscure della lor vita
“Syd Barret era coma un marziano giunto sulla terra per aprire le porte dell'alba”. Così Nino Gatti, biografo dei Pink Floyd, introduce il personaggio...

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“Syd Barret era coma un marziano giunto sulla terra per aprire le porte dell'alba”. Così Nino Gatti, biografo dei Pink Floyd, introduce il personaggio protagonista di “Jugband blues”, graphic novel della Nicola Pesce Editore firmata da Matteo Regattin, con l'aiuto di Simone Perazzone, che apre una finestra sul genio incompreso di Cambridge, colui che ancora oggi divide i fan della band inglese in due fazioni. Da una parte quelli che amano l'arte psichedelica, quasi allucinogena degli esordi in cui Barret ebbe un ruolo fondamentale (anche nel suo capolavoro solista “The madcap laughts”), dall'altra coloro che sono cresciuti con i pezzi di “The Wall” e “Wish you were here”. Il fumetto in questione non vuole schierarsi con nessuno, ma è un focus su vita e canzoni di Syd, tra grandi intuizioni e cadute vertiginose verso l'inferno, che lo porteranno all'isolamento, all'abuso di sostanze stupefacenti e alla morte nel 2006. Ed il titolo è preso da a un brano incluso nell’album dei Floyd “A Saucerful of Secrets”, pubblicato nel 1968, e si tratta dell’unico pezzo scritto da Barret.


La canzone è vista da molti fan come un triste addio alla band. Infatti, quando iniziarono le sessioni di registrazione, Syd non riuscì a parteciparvi compiutamente, per colpa del suo stato di alienazione, per poi essere estromesso dal gruppo poco tempo dopo l’inizio della lavorazione. Il volume ripercorre la vita di questo genio, del suo allontanamento dai riflettori e della sua pazzia. Pazzia o semplicemente un mondo parallelo in cui la mente dell'artista amava viaggiare per allontanarsi da tutti? L'enigma resterà per sempre irrisolto ma le tavole in bianco e nero ci portano in universo popolato da stagni, rospi e visioni contorte.


David Hine, sceneggiatore di fumetti. sfogliando le prime pagine, parla del libro di «un perfetto esempio di biografia speculativa, che può essere narrata solamente nel linguaggio del fumetto». Ed in effetti, solo con l'aiuto delle immagini è davvero possibile immergersi nei pensieri di Syd, artista che amava la letteratura, il disegno, la pittura, l'astronomia e l'esoterismo.

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Il Mattino