Per i centocinquant'anni della firma del trattato di amicizia e di Commercio tra il Giappone e l'Italia del 1866, il comune di Milano ha voluto ospitare fino al 27 gennaio...
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Curata da Rossella Menegazzo, l'esposizione si snoda lungo un percorso costituito da duecento stupende immagini che racchiudono la magia delle stampe popolari. Secondo la Menegazzo i tre pittori possono essere considerati «tra le massime fonti d'ispirazione estetica per l'Occidente già dalla seconda metà dell'ottocento, quando ammaliarono l'accademia francese ed europea, impressionisti, post-impressionisti e fotografi alla ricerca dell'esotico, ma il loro fascino si protrae fino ad oggi essendo riconosciute quelle icone da spendere in campo grafico, pubblicitario, nella moda, nel design e nella cultura più in generale».
Insieme, Utamaro, Hiroshige e Hokusai delineano un accordo di stili, anche se assimilabili a tradizioni diverse. Utamaro è ricordato come il pioniere del ritratto e dell'arte figurativa, Hiroshige è associato allo sviluppo delle stampe del paesaggio, infine Hokusai ha fatto da ponte ideologico-estetico tra i generi. «Esposte insieme le opere dei tre artisti - scrive Stephen Salel nel catalogo edito da Skira - ci pongono di fronte a riflessioni stimolanti sulle crisi personali che si agitano dentro di noi, sulla quieta immobilità della natura e sul dramma che viviamo quando questi due mondi si incontrano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino