Granito, un «Alfabeto procidano» nel suo GiardinArte per raccontare l'anima di Procida

L’artista Nico Granito accanto alle sue opere
Alfabeti arcaici. Simboli non soltanto fonetici di antiche civiltà annidati e leggibili in architetture spontanee, quasi fiabesche, nate dalle esigenze dei territori e...

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Alfabeti arcaici. Simboli non soltanto fonetici di antiche civiltà annidati e leggibili in architetture spontanee, quasi fiabesche, nate dalle esigenze dei territori e delle comunità che le abitano. Segni stilizzati e pittogrammi nascosti nelle variegate linee architettoniche di finestre crociate protette da inferriate, barbacani, scalinatelle rampanti e vefii (termine dialettale procidano che indica i caratteristici terrazzi e balconi loggiati, coperti da volte ad archi policentrici) affacciati su paesaggi di mare. Mosaici mediterranei dove la luce e il buio, i colori caldi della terra e le sfumature di azzurro cielo e acquamarina si intrecciano alle tinte sgargianti o pastello di case e chiese in un’alchimia fortemente identitaria, intrisa a tratti di realismo magico: che racconta, con una personalissima cifra stilistica, l’isola di Arturo nella sua anima profonda, schiva, che si ritrae a sguardi superficiali e va ben oltre gli stereotipi o certi clamori indotti dal titolo di Capitale italiana della Cultura 2022. 

È vibrante di vita e amore, colorata di emozioni e segnata da una raffinata, colta incisività di forte impatto la mostra “Alfabeto procidano 2022”, esposizione di pittura en plein air dell’artista Nico Granito, aperta a Procida fino al 28 agosto (tutti i giorni dalle 19 alle 21, ingresso libero), nel giardino privato di via Lavadera 33, a Centane. Concepita come una personale open air sin dall’originale allestimento, che incastona con sapienza una quarantina di opere (tra acrilici su tela e stampe su pannelli in forex) in un curato spazio verde e panoramico in cui natura si fondono in modo non invasivo, la mostra accoglie i visitatori in una dimensione sospesa, atemporale e quasi onirica che si percepisce già varcando la soglia del dimesso portoncino di legno d’ingresso, quando, salendo antichi gradini tufacei, si accede improvvisamente a un ampio (e inaspettato, perché appartato) “giardino segreto” pensile procidano, proteso sui colori, il silenzio e il mare del Ciraccio, con un colpo d’occhio che dalla cupola di Sant'Antonio arriva fino a Terra Murata.

Filo rosso delle opere, la luce (e il buio, che può offrire nuovi sguardi interiori), in un gioco pittorico che intreccia radici ancestrali e ali progettuali (tra fantastico e pop) per rivisitare, e narrare, dettagli e luoghi “cult” dell’isola in una sorta di realismo magico di una geografia affettiva dell’artista, classe 1973, formatosi all’Accademia di Belle Arti di Napoli e, dopo il diploma in pittura nel ’95 e molteplici esperienze professionali in Italia e all’estero nel campo dell’arte e anche del mondo teatrale, appassionato didatta nella sua isola natia, dove insegna disegno e Storia dell’arte ai ragazzi delle scuole parallelamente alla propria ventennale e incessante ricerca est/etica. «Alfabeto procidano - spiega Granito illustrando al buio, nel suo piccolo laboratorio creativo, il sorprendente passaggio dai simboli alfabetici arcaici ai disegni contemporanei con una particolare tecnica da lui stesso elaborata - è frutto di un percorso sulle tracce degli antichi segni (micenei, fenici, greci, etruschi, saraceni...) lasciati sull’isola dalle diverse civiltà che qui si sono avvicendate, riscontrabili ad un occhio attento in controluce nelle architetture, colte e popolari, del territorio». 

Alfabeti, e architetture, mediterranei che torneranno anche nei leporelli d’artista a cui Granito sta lavorando per il progetto di Atlanti Babelici della Biblioteca Errante,  in una mostra collettiva che si inaugurerà il 22 settembre prossimo nella Biblioteca Comunale Don Michele Ambrosino: in apertura degli eventi conclusivi della rassegna annuale Il mondo salvato dai ragazzini che accoglie così, con un nuovo racconto dell’isola “che c’è” a misura di ragazzi e adulti, anche il progetto internazionale di Atlanti Babelici curato dall’Associazione culturale La Luna al Guinzaglio di Potenza, che dopo Matera Capitale approda a Procida. Piccola isola che non si finisce mai di scoprire, e per la quale Granito ha un sogno, di cui “Alfabeto procidano” è solo il primo frame: «L’ho chiamato GiardinArte», dice. Rivelando il desiderio di rendere questo spazio verde una sorta di galleria/fucina artistica open air, spazio aperto di mostre in progress, incroci di esperienze e accoglienza diffusa a partire da una grande installazione permanente «per un nuovo racconto dell’Isola che parli ai bambini, ragazzi, giovani». Con quel supplemento d’anima di cui si sente, oggi, un particolare bisogno. 

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Il Mattino