I sorbetti di Leopardi, il racconto della Napoli ​del poeta nel volume di Cimmino

Lo storico di Ottaviano indaga il lato "più terreno" del grande autore

Un particola della copertina del libro
Un Leopardi inedito, raccontato con penna leggera, che non risparmia le sfaccettature complicate della personalità a tratti inquieta, a tratti melanconica e del suo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Un Leopardi inedito, raccontato con penna leggera, che non risparmia le sfaccettature complicate della personalità a tratti inquieta, a tratti melanconica e del suo rapporto “complesso” con i luoghi: si intitola “Leopardi a Napoli” l’ultima fatica letteraria dello storico, esperto in letteratura classica e giornalista Carmine Cimmino. Il primo appuntamento con i lettori, si è tenuto nella biblioteca comunale della sua città, Ottaviano.

Nel volume, Carmine Cimmino  riesce a soffermarsi e mettere in evidenza il lato più terreno e umano di Leopardi, quello che oltrepassa persino le sue inquietudini, ossia, l’uomo e il suo piacere per il cibo. In particolare si sofferma sulla sua permanenza a Napoli, partendo dal documento storico, in cui si legge che Antonio Ranieri, amico di Leopardi, per ospitare il poeta nella città di Napoli dovette chiedere un permesso al Re. Il Re glielo concesse come si evince nel documento dell’udienza datato 7/12/1832, fino alla piacevole scoperta dei sapori vivaci della cucina partenopea, specie se accompagnata dal gradevole nettare ricavato dalle uve del Vesuvio. Durante l’incontro Cimmino ha voluto rivolgere un pensiero affettuoso a due suoi colleghi amanti della letteratura leopardiana, Salvatore Battaglia, conosciuto durante il periodo universitario perché suo docente, e al prof. Felice Borrelli, docente di Lettere classiche e poi preside del Liceo Armando Diaz di Ottaviano, ricordando una frase che i due, a proposito di Leopardi, usavano ripetere: «Per capire completamente Leopardi, bisogna leggere tutto, a partire dalle riflessioni». Un messaggio importante in particolare per i giovani amanti della letteratura italiana. Intanto, merita la lettura il suo libro: “Leopardi a Napoli – tra sorbetti, pasticcieri e seguaci della filosofia dei maccheroni”, edito edizioni 2000diciassette.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino