I tesori di Pompei mai visti si mettono in vetrina a Torino. Centinaia di reperti distrutti dai bombardamenti del 1943 o trafugati dalla casa dei Vettii nel 1978, e ridotti in...
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«La Venaria Reale», propone un appassionante viaggio al cuore delle ricerche scientifiche e delle attività che da alcuni anni coinvolgono queste istituzioni, sia con interventi nel sito di Pompei, presso la domus della «Caccia Antica», sia con operazioni di studio, diagnostica e restauro su svariati manufatti. Guidati dagli addetti ai lavori, archeologi e restauratori direttamente coinvolti nel progetto, i visitatori hanno la possibilità prendere contatto con le più moderne tecniche di indagine e diagnostica applicate alle realtà archeologiche, ammirare reperti (statue, pitture, manufatti in metallo, ecc.) per la prima volta esposti al pubblico, dopo accurati restauri. Una sezione sarà dedicata agli oggetti in bronzo un tempo esposti nell’Antiquarium di Pompei distrutto dal bombardamento del 1943, che, studiati e restaurati, rinascono a nuova vita. La mostra si articola in tre sezioni, dedicate rispettivamente alla domus della Caccia Antica, ai reperti, oggetto di studi e restauri, e al materiale bronzeo custodito nell’ex-Antiquarium distrutto dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, per la prima volta esposto nuovamente al pubblico. La casa della Caccia Antica, una delle più prestigiose domus di Pompei, affacciata su via della Fortuna a pochi metri dalla celeberrima casa del Fauno, è stata oggetto di recenti riletture, esplorazioni e indagini stratigrafiche, condotte con le più moderne tecniche applicate alle realtà archeologiche. Restauri hanno riguardato le pitture parietali e i pavimenti musivi, mentre un ampio piano diagnostico, volto ad implementare la conoscenza dell’edificio e a supportare gli interventi di conservazione, ha visto coinvolti chimici, fisici, geologi e biologi. L’esposizione si avvale di ricostruzioni tridimensionali, volte a rievocare ambienti e contesti, e di esperienze tattili attraverso cui i visitatori potranno maneggiare campioni dei materiali, provini e dispositivi propri del lavoro del restauratore e dell’archeologo, avendo quindi una percezione unica della matericità della materia che caratterizza le nostre professioni.
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Il Mattino