L'inquietante Firenze di Aita torna ne «La casa del manoscritto maledetto»

L'inquietante Firenze di Aita torna ne «La casa del manoscritto maledetto»
Dopo il successo de «Il monastero dei delitti» torna in libreria lo scrittore Claudio Aita. E lo fa con lo stesso personaggio del precedente romanzo, Geremia Solaris,...

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Dopo il successo de «Il monastero dei delitti» torna in libreria lo scrittore Claudio Aita. E lo fa con lo stesso personaggio del precedente romanzo, Geremia Solaris, indagatore dell'incubo un po' sopra le righe in una Firenze cupa e inquietante. La nuova prova narrativa di Aita s'intitola «La casa del manoscritto maledetto» (Newton Compton, 352 pagine, euro 7,90) e conferma tutto il suo talento come autore di thriller, dalla vivida e scrittura e dal tono accattivante, dal ritmo incalzante e dall'accuratezza nella ricerca storica. 


Geremia Solaris ha cinquant’anni ma non ha ancora rimesso in sesto la sua vita: si attribuisce la colpa per la morte della moglie, non riesce a pubblicare il suo romanzo e la bottiglia di Chianti è l’unica amica fedele che gli è rimasta. Un giorno incontra un avvocato che intende assumerlo per conto di un uomo misterioso. Incuriosito, Geremia lo segue in una villa nel circondario di Firenze e qui incontra il conte Guidi, prossimo a morire, ma deciso a ritrovare suo figlio, sparito in circostanze misteriose. Il conte sostiene che è stato ammaliato da una giovane donna, che deve averlo indotto a svuotare il conto in banca e fuggire. Ma la presenza di Geremia è cruciale perché nell’appartamento dell’uomo è stato rinvenuto il Libro delle Evocazioni, un antico manoscritto di magia nera. Il conte teme che l’incolumità di suo figlio sia a rischio e vuole ricorrere alle abilità di Geremia per ritrovarlo. Lo ritiene, infatti, l’unico in grado di decifrare l’antico volume. Quello che Geremia non sa è che accettare significherebbe, una volta ancora, mettere la sua vita in grave pericolo.

Ne scaturisce una vicenda torbida che si dipana lentamente fino all'epilogo finale. Veniamo a conoscenza degli inquietanti simboli Tanit, tipici delle necropoli fenicie - una piramide tronca portante una barra rettangolare sulla sommità su cui appaiono il sole e la luna crescente - che appaiono vermigli in svariati angoli di Firenze fino a comporre una sorta di pentacolo dal sapore massonico-satanista.

Geremia Solaris dovrà indagare su questo mistero che lo porterà a conoscenza dell'antichissimo e atroce rituale molk, probabilmente usato anche dagli ebrei in epoche arcaiche: uccidere i bambini in sacrificio. Geremia scoprirà molto di più: il sangue degli innocenti servirà alla creazione di uno speciale elisir ricercato nei secoli dagli alchimisti. Nella sua inchiesta non sarà solo: s'invaghirà della giovane studentessa Ester, che gli starà vicino fin quando non sarà essa stessa in pericolo.


Un libro ipnotico, da leggere tutto d'un fiato e che svela Firenze come una delle capitali europee dell'occulto, contro ogni cliché turistico cui siamo abituati.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino