La biografia dell'avvocato Strigari del giornalista Francesco Lubrano

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Riscoprire gli uomini e le vicende che hanno fatto la macro storia...

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Riscoprire gli uomini e le vicende che hanno fatto la macro storia d’Italia, ma ancora più quella delle comunità regionali e locali. È con questo spirito che Francesco Lubrano, giornalista e ricercatore indipendente, ha da poco pubblicato la monografia L’attività politica di Giovanni Strigari tra Napoli e i Campi Flegrei (D’Amico Editore, 186 pp.). Il volume ricostruisce alcune pagine inedite della storia di Napoli e, soprattutto, dei Campi Flegrei, seguendo l’ascesa politica dell’avvocato partenopeo Giovanni Strigari. Deputato del Regno d’Italia per due volte, in rappresentanza del Collegio elettorale di Pozzuoli (1904-1913), Strigari era di origini arbëreshe. La sua famiglia discendeva dalla comunità italo-albanese presente in Calabria e poteva vantare personalità di primissimo piano nell’ambito della cultura e della politica napoletana. Il padre Demetrio, patriota attivo durante il Risorgimento, era uno degli ultimi massimi conoscitori del diritto feudale ed esponente di rango del foro partenopeo. Gli zii materni, Pasquale Villari e Domenico Morelli furono, rispettivamente, il più importante storico italiano dell’Ottocento e uno dei maggiori pittori del paese. La prima candidatura di Strigari al Parlamento fu sostenta da Matilde Serao che, proprio nel 1904 aveva fondato il quotidiano Il Giorno. La Serao non solo appoggiò Strigari, ma lo difese con articoli pieni di fervore, quando questi fu bersaglio di attacchi antisemiti a causa delle sue origini. Benchè democratico e liberale, Strigari fu un sostenitore fedele di Giovanni Giolitti che non abbandonò mai nei quasi dieci anni trascorsi alla Camera dei Deputati. Fu intimo amico di Emanuele Gianturco con il quale condivise politiche sociali e di assistenza ai ceti meno agiati. Ciò, tuttavia, non toglie che continuò sempre a rappresentare la borghesia agraria flegrea di cui faceva parte. Nell’aula parlamentare tenne circa cinquanta tra interventi e interrogazioni; fece parte della Giunta dei Trattati e delle Tariffe e, soprattutto, fu membro della Commissione parlamentare Elettorale che esaminò il disegno di legge per l’allargamento del suffragio elettorale universale. Per il Collegio di Pozzuoli, che comprendeva anche Bacoli, Monte di Procida e le isole di Ischia, Procida e Ventotene, riuscì ad ottenere l’inserimento dei porti in una speciale legge voluta da Gianturco, che garantì importantissimi sovvenzionamenti pubblici per l’ammodernamento. Si spese in difesa delle produzioni agricole della provincia a nord di Napoli contro una ‘ingiusta’ riforma del catasto e contro l’imposizione di dazi che danneggiavano le esportazioni del vino. Difese lo stabilimento Armstrong di Pozzuoli, salvandolo dal tentativo del governo centrale di spostare la produzione di cannoni a La Spezia: in quegli anni l’Armstrong dava lavoro ad oltre quattromila operai. Strigari si occupò anche della annosa questione della Pozzuoli ‘bassa’, invasa da acque malsane a causa del bradisismo discendente. Riuscì a far rientrare il capoluogo flegreo in una legge speciale con la quale fu stanziato un milione e mezzo di lire per la realizzazione di una grandiosa opera di risanamento. Emerge chiaramente che Giovanni Strigari fu l’emblema di quel particolare rapporto di simbiosi che esisteva tra il rappresentante politico, l’elettorato e il Collegio di appartenenza. Una relazione che con con il trascorrere del tempo, il mutamento delle leggi e delle persone è andata progressivamente perdendosi.

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Il Mattino