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Napoli è l’antichità sopravvissuta ai giorni nostri. Un concetto che si è spesso sentito dire e che trova riscontri nella realtà di una città quasi trimillenaria, in cui il passato è davvero presente, in cui tutto – dal tessuto urbano, ai gesti, alla devozione, sa di ancestrale.
Lo si capisce bene nelle due strenne natalizie della casa editrice Intra Moenia, da tempo impegnata nella valorizzazione della storia e della cultura partenopea – ma con piacevoli progetti anche su Roma e Milano – attraverso libri agili, profondi, e accattivanti nella grafica. Il primo volume dato alle stampe pochi giorni orsono è “Napoli Greca. Alla scoperta della Città Antica” (144 pagine, euro 19,90) scritto da Teresa Tauro ed accompagnato dalle suggestive foto di Sergio Siano. L’autrice, architetto e ricercatrice, collabora da anni con la Sovrintendenza e l’Arcidiocesi di Napoli dove si occupa di restauro e rilievo archeologico.
Molti anni Teresa ha dedicato allo studio della città delle origini, in particolar modo al suo impianto urbanistico, arrivando a conclusioni inedite. Ovvero l’incredibile disegno geometrico jonico-pitagorico alla base dell’urbanistica di Neapolis. Tutto, dall’acropoli, all’agorà, alle mura, alle porte, alle strade era stato realizzato come una città ideale per il mondo conosciuto dell’epoca. Filosofia, astronomia, geometria, aritmetica, tutto l’antico sapere concorse – unitariamente e armonicamente – a realizzare un modello di Città-Nuova, innovativo e razionale. Le moderne tecnologie e cartografie hanno poi dato ragione agli studi di Teresa Tauro. Un “documento di pietra” è Napoli, come l’ha definita Alfredo Buccaro, destinato a ispirare modelli di “città ideali” da lì in avanti, come sottolinea nella sua prefazione Bruno Discepolo.
Il libro è anche una guida alla scoperta “concreta” della Napoli Greca. Basterà seguire la passeggiata descritta e raccontata anche da una voce narrante attraverso i QR-Code inseriti nella seconda parte del testo, per scoprire un “monumento di pietra” unico al mondo per condizioni di conservazione e di integrità. Allegata al volume c’è anche una preziosissima planimetria f.to 40 x 53 cm del Centro Antico di Napoli – Sito UNESCO con indicazione della matrice geometrica di fondazione in scala 1:4000.
«Guardatela da vicino, questa città. Salite su una delle sue colline e osservate il mare, la montagna e la culla brulicante della sua gente. Capirete immediatamente che questo è un viaggio ancora in corso, compiuto senza muoversi dallo stesso luogo. Un viaggio di venticinque secoli, ancora lontano dal raggiungere la sua meta. Teresa Tauro vi racconta questo lungo percorso. E lo racconta con cura scientifica e passione: spiegando con chiarezza che Napoli è assolutamente necessaria. E lo è sempre stata» scrive nella postfazione al volume Maurizio de Giovanni.
Un forte richiamo ancestrale hanno anche certe pratiche devozionali. “Ex voto. La millenaria storia della devozione per grazia ricevuta” è il secondo libro-strenna della casa editrice di piazza Bellini scritto da Lucia Malafronte - già autrice del fortunato "Urbs sanguinum" dedicato ai sangui che si sciolgono a Napoli - e sempre impreziosito dalle foto di Sergio Siano. Un viaggio sulle origini e i significati di quegli oggetti devozionali, emblemi di grazie miracolosamente ottenute e di debiti prontamente assolti. Una sorta di “voto di scambio” è questa pratica consuetudinaria che i fedeli stipulano con il soprannaturale, in un linguaggio di fede e di speranza. Non a caso le origini di questo ricorso sono tutt’altro che cristiane: il “significato” e il “significante” dell’ex voto viene descritto in una continuità delle pratiche rituali che parte dalla Neapolis greca e arriva al mondo contemporaneo.
«In realtà, come racconta Lucia Malafronte, gli ex voto nella loro doppia natura di cose e segni forniscono una preziosa testimonianza sui diversi codici culturali, del corpo, della malattia, del dolore. Ma anche sulle concezioni della identità e della persona nonché sui rapporti che gli uomini hanno con gli altri uomini e con la divinità. […] Gli oggetti votivi dati in pegno di grazia, ricevuta o da impetrare, sono infatti figurazioni dirette o indirette del corpo. Sia gli uni che le altre rinviano alla segmentazione simbolica del corpo nell’ immaginario popolare il che rende particolarmente significante ogni suo frammento e segmento. […] Quel che mostra Lucia Malafronte, è che ieri come oggi, l’evoluzione formale delle offerte per grazia ricevuta testimonia le metamorfosi della sofferenza, facendo affiorare il filo rosso che lega i mali del passato a quelli del nostro tempo. Insomma, gli ex voto, antichi o contemporanei, sono gli insostituibili pittogrammi della condizione umana» scrive Marino Niola nella sua presentazione. Il resto lo fanno le immagini di Sergio Siano, capaci come sempre di far toccare come mano il senso più profondo di Partenope.
Ultimo “gioiellino”, uscito in questi giorni di festa, sempre per Intra Moenia, è “Peccato cunfessato è mmiezo perdunato” di Claudio Pennino, ovvero un excursus sui sette vizi capitali nella parlata napoletana.
Il Mattino