Sorpresa a Massa Lubrense: «Quel dipinto di Santa Teresa d'Avila è di Luca Giordano»

L'attribuzione del prezioso quadro settecentesco è dello storico dell'Arte Gianpasquale Greco

Il dipinto di Massa Lubrense
Un mistero durato molti anni. Qualche sospetto, ma poche certezze. Poi uno studio approfondito, nato dalla casualità. E alla fine una plausibile attribuzione: quel quadro...

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Un mistero durato molti anni. Qualche sospetto, ma poche certezze. Poi uno studio approfondito, nato dalla casualità. E alla fine una plausibile attribuzione: quel quadro di “Santa Teresa d’Avila in gloria” nell’omonima chiesa in Massa Lubrense, può essere di Luca Giordano. Sì, proprio lui, il caposcuola della pittura napoletana del Seicento e richiestissimo maestro internazionale.

A individuarlo e a donargli la plausibile paternità è lo storico dell’arte Gianpasquale Greco, classe 1987, dottore di ricerca all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e professore di Storia dell’Arte negli Istituti superiori, autore di diversi contributi scientifici sul Barocco, in Italia e all’estero, nonché scrittore e giornalista culturale. 

Non è stato semplice, ma di sicuro avvincente. Il dipinto era stato precedentemente menzionato in un saggio del 1992 ma mai associato ad un pittore. Grazie ai restauri del 2016 è venuta fuori la qualità pittorica del dipinto ed è stata totalmente leggibile la firma “L. G. f.” (Luca Giordanus fecit) che ha permesso allo studioso l’identificazione del dipinto. L’opera, di 270 x 198 cm, è la pala d’altare maggiore nella chiesa e monastero fondati nel 1673 dalla religiosa e mistica suor Serafina di Dio.

Secondo la ricostruzione di Greco, il dipinto potrebbe essere stato realizzato nel 1704, anno del rientro di Luca Giordano da Madrid, dove era stato chiamato a lavorare per la Corona spagnola, prima della morte agli inizi del gennaio 1705.

Il pittore poté essere stato sollecitato dal nuovo vescovo di Massa Lubrense Francesco Maria Neri ad intervenire per valorizzare l’erigenda chiesa con una sua opera. L’opera è stata attribuita al pittore incrociando le fonti documentarie, quelle bibliografiche e confrontando il volto ed i particolari del dipinto con altre opere certe sia di Giordano che dei suoi più stretti allievi. La ricerca è stata accolta sulla rivista scientifica "Predella".

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Il Mattino