Luigi Vanvitelli in mostra alla Biblioteca Nazionale di Napoli

Lo spazio maggiore è occupato dal progetto della Reggia, che nelle intenzioni del re doveva superare i fasti di quella di Versailles

Luigi Vanvitelli in mostra alla Biblioteca Nazionale di Napoli
Dal progetto del foro carolino, l'attuale piazza Dante, che inizialmente prevedeva la statua di Carlo di Borbone, a quello della reggia di Caserta e dell'acquedotto di 40...

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Dal progetto del foro carolino, l'attuale piazza Dante, che inizialmente prevedeva la statua di Carlo di Borbone, a quello della reggia di Caserta e dell'acquedotto di 40 km che serviva ad alimentare le fontane e a irrigare i giardini. E poi gli schizzi dei ritrovamenti archeologici a Ercolano, il disegno della nuova Riviera di Chiaia e la ristrutturazione di Palazzo Doria d'Angri. Sono i soggetti di alcune delle trenta tra tavole e disegni autografi dell'architetto Luigi Vanvitelli, di cui quest'anno si celebrano i 250 anni dalla morte, in esposizione in una mostra a cura di Maria Iannotti alla Biblioteca Nazionale da oggi fino al 15 settembre.

Lo spazio maggiore è occupato dal progetto della Reggia, che nelle intenzioni del re e del suo fedele architetto doveva superare i fasti di quella di Versailles. L'idea nacque ancora più ambiziosa per poi essere ridimensionata nella sua realizzazione per i costi, più alti del previsto, dell'acquedotto. I disegni sono quindici e offrono i dettagli di tutti gli spazi, da quelli all'esterno fino al piazzale, dagli ambienti interni fino alla cappella. In origine erano acquerelli a colori, riprodotti in più copie e inviati a tutti i sovrani europei in un'operazione di marketing voluta per dimostrare che nel regno napoletano si stava per raggiungere un primato unico. Poi gli acquerelli furono stampati come disegni in bianco e nero e riportati in volumi, oggi molto rari. In mostra ci sono tre di questi volumi, uno dei quali appartenuto a Gioacchino Murat, di cui ha la legatura personale e lo stemma.

Nella sezione dedicata a Napoli, a parte il foro carolino e il palazzo dal quale si affaccerà Garibaldi, ci sono i primi disegni della «nuova strada fatta per il real passeggio nella Riviera di Chiaia», ossia la villa reale a esclusiva frequentazione dei nobili, che sarà portata a termine dal figlio Carlo dopo la morte di Luigi, che poi diventerà l'attuale Villa Comunale.

Due chicche dimostrano quanto il genio vanvitelliano fosse versatile. In mostra sono esposti due progetti di apparati festivi ideati da Vanvitelli nelle vesti di scenografo. Uno è per il matrimonio tra Ferdinando IV e Maria Carolina d'Asburgo, l'altro per la nascita della prima figlia Maria Teresa. Vanvitelli disegnò le scene che dovevano fare da sfondo alla rappresentazione delle varie opere teatrali in programma, come la «Cenere placata» di Jommelli, di cui pure è in mostra lo spartito autografo. Infine, le prime riproduzioni del 1759 delle antichità ritrovate durante le campagne di scavo di Ercolano iniziate venti anni prima. Si trattava di beni appartenenti alla corona il cui valore doveva essere ben documentato e così le loro raffigurazioni furono supervisionate da Vanvitelli in persona, che da parte sua firmò le tavole di accompagnamento tra un capitolo e l'altro.

A corredo della mostra sono esposte due carte geografiche di fine settecento: una traccia tutto il percorso dell'acquedotto carolino, l'altra segnala i luoghi del regno dove Vanvitelli ha lasciato le sue opere. Al di là delle carte in esposizione, restaurate dal gruppo di lavoro guidato da Chiara Argentino, la Biblioteca nazionale ha oltre 500 documenti di Vanvitelli acquistati nel 1872. Si tratta di scritti autografi come relazioni, lettere, minute, disegni tecnici e appunti di lavoro divisi per argomenti o disposti in modo casuale, e chissà se saranno utilizzati per una nuova mostra entro dicembre. 

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Il Mattino