«Tutto ricominciò con un'estate romana», così Manara illumina La Pelanda

«Tutto ricominciò con un'estate romana», così Manara illumina La Pelanda
Nove tavole completamente mute raccontano lo stupro sulla spiaggia di una ragazza bianca ad opera di due indiani e la loro uccisione da parte di un cacciatore. È una vera e...

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Nove tavole completamente mute raccontano lo stupro sulla spiaggia di una ragazza bianca ad opera di due indiani e la loro uccisione da parte di un cacciatore. È una vera e propria sequenza cinematografica, con carrellate e cambi di inquadrature su paesaggi e personaggi, l'incipit de «Tutto ricominciò con un'estate indiana», capolavoro del fumetto d'autore: sceneggiatura del  genio narrativo di Hugo Pratt; alle matite, Milo Manara che firma - è il 1983 - una delle sue opere graficamente più affascinanti per la ricostruzione dell'America puritana del XVII secolo, le incredibili scene di massa e l'esplicita componente erotica, sensuale e morbosa, che sarà la cifra riconoscibile del fumettista veronese. È la loro prima collaborazione, un cult recentemente ripubblicato da Panini Comics.


Un mito che ispira, ora, l'antologica «Macromara. Tutto ricominciò con un'estate romana», dal 26 maggio al 9 luglio visitabile a La Pelanda, il centro culturale di produzione all'interno dell'ex Mattatoio di Testaccio, gestito dal Macro. Prodotta da Comicon e Arf!Festival, la mostra inaugura in concomitanza con la tre giorni del Festival del Fumetto di Roma, ideato e organizzato da Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano “S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi. La terza edizione si arricchisce di contenuti e di spazi e punta come grande attrazione proprio sull'omaggio al maestro dell'eros di cui ripercorrerà l'intera carriera: dalla produzione degli anni Settanta, Ottanta e Novanta - a partire dallo straordinario Giuseppe Bergman a Lo Scimmiotto, Gulliveriana, le storie del Gioco, Miele - fino a quella più contemporanea con le commission per gli Stati Uniti e la Francia. Al centro Roma, il cinema, la dolce vita, il grafhic novel dedicato al suo santo protettore, Caravaggio, tratteggiato, con le fattezze di Pazienza, tra la tavolozza e la spada, il drammatico I Borgia, tra sesso e potere, la Cinecittà di Fellini (dall'amicizia tra questi due giganti nacquero Viaggio a Tulum e Il Viaggio di G. Mastorna detto Fern) con le seducenti dive, le cui illustrazioni saranno esposte per la prima volta.

Sarà un intenso weekend (apertura dalle 10 alle 20) con grandi ospiti. Ci sarà superstar Sara Pichelli, penciler in forza Marvel, prima illustratrice della versione di «Ultimate Spider-Man» di Miles Morales che ha creato il manifesto di Arf! 2017. Ci sarà per i fan dell'indagatore dell'incubo il bonelliano Gigi Cavenago, disegnatore di Dylan Dog. Topolino, invece, avrà il «French touch» della Glénat (esclusiva italiana) con la collettiva di quattro artisti d'oltralpe: Cosey, Keramidas, Loisel e Tébo. Infine, il bel talento di Bianca Bagnarelli, premio Bartoli, fondatrice della piccola e di nicchia casa editrice Delebile Edizioni e autrice per l'inglese Nobrow. Porte aperte ai creativi con Job Arf! e l'opportunità per gli aspiranti fumettisti di poter mostrare agli editor il proprio portfolio.


Né mancheranno le masterclass, o meglio le masterclarf con in cattedra prof del rango di Tito Faraci (Disney), Zerocalcare & Rita Petruccioli, Giuseppe Palumbo (Astorina/Diabolik), Diego Cajelli e, ovviamente, Cavenago e Pichelli. Novità sarà la ArFist Alley con l'eccellenza del fumetto Made in Italy esportato all'estero e le bandiere di Theo, LRNZ, e Carmine di Giandomenico. Spazio, com'è giusto che sia, ai bambini con i laboratori (fino a 12 anni) di Arf! Kids ed alla solidarietà, grazie alla vendita del libro di Illustrazione «Inchiostrato non mescolato», i cui ricavati andranno alla Dynamo Camp che offre terapia ricreativa gratuita ai piccoli affetti da patologie gravi e croniche.

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Il Mattino