Un Grand Tour postmoderno per rivisitare la “terra dei miti” con gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie. E i Campi Flegrei «oltre il visibile» per...
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E grazie all’attivazione di dispositivi tecnologici all’avanguardia, predisposti lungo il percorso espositivo in un allestimento declinato in diversi registri comunicativi (testi e immagini, ma anche filmati e suoni), il visitatore potrà così personalizzare secondo le proprie attitudini e curiosità soggettive l’itinerario conoscitivo, vivendo un’esperienza sinestetica attraverso una fruizione multimediale e interattiva dei testi e dei reperti esposti. Non solo. In occasione di questa mostra, parte anche un ulteriore innovativo servizio per gruppi di visitatori interessati ad andare “oltre il visibile”, appunto: vale a dire, scoprendo concretamente, in situ, i luoghi di provenienza dei reperti esposti al Mann. Da oggi al 10 novembre, infatti, si attiverà un servizio bus dal Museo Nazionale per visite guidate nell’area flegrea (l’iniziativa è prenotabile 24 ore prima della partenza tutti i martedì e giovedì, nei mesi di luglio e agosto, e il martedì e il sabato da settembre a novembre, con un unico tour di quattro ore, dalle 9 alle 13, per un minimo di dieci persone). Nello specifico, il martedì si farà tappa al Museo archeologico dei Campi Flegrei e all’Acropoli di Cuma, il giovedì (e il sabato) la visita - con guida abilitata in italiano e in inglese – comprende anche il Parco Archeologico di Baia.
«È un primo esperimento non solo per portare le persone a vedere fisicamente i luoghi dai quali provengono i reperti esposti, ma anche per incentivare i visitatori della mostra, soprattutto non napoletani, a visitare dopo il Mann i Campi Flegrei, sito purtroppo meno noto di altri come Napoli, Pompei, Ercolano, Oplonti, il parco del Vesuvio o le isole del Golfo, e più difficilmente raggiungibile da chi non è motorizzato, per il quale abbiamo anche pubblicato una mappa con l’indicazione dei luoghi in italiano e in inglese, distribuita gratuitamente in alberghi, b&b e infopont», spiega Maria Caputi, fondatrice e responsabile della società «La terra dei miti» che ha anche ideato la prima “audioguida geolocalizzata” in 4 lingue (italiano, inglese, francese e tedesco), scaricabile gratuitamente dal sito web di Izi Travel (https://izi.travel/it/5a01-grand-tour-campi-flegrei/it): si tratta di un’utile app per smartphone e tablet, dal titolo Grand Tour Campi Flegrei, che offre un itinerario in 14 tappe, attivabile automaticamente quando si è in prossimità del luogo da visitare.
Una storia nella Storia, questa della «Terra dei miti»: giovane società nata appena un anno fa dal sogno condiviso di due sorelle napoletane (con Maria, architetto e autrice di diversi studi tra i quali un censimento delle chiese sconsacrate di Napoli, anche la designer Carolina Caputi), le quali hanno intrecciato una grande passione per l’area flegrea, competenze consolidate e creative e un servizio innovativo (e concreto) per la promozione di un turismo culturale di qualità che adombra una scommessa sul territorio: «I Campi Flegrei – spiega ancora l’architetto Caputi – sono un territorio di natura vulcanica di incredibile valore storico, geomorfologico, naturalistico, archeologico, persino enogastronomico, risonante ancora oggi di echi letterari omerici e virgiliani, tra bellezze della natura e suggestioni della civiltà greca che da Cuma, prima colonia in terraferma, si è espansa dalla Sicilia a Napoli e a Pozzuoli. Eppure, girando diverse fiere di settore, mi sono resa conto che è un territorio non ancora adeguatamente valorizzato e divulgato come meriterebbe, dagli operatori specializzati: di qui la nostra piccola sfida, un investimento sul futuro di questa terra che possa attivare nuove energie per una maggiore conoscenza e fruizione del suo patrimonio».
Qualche esempio concreto? Lo sintetizza la mappa curata dalla Terra dei miti: si va da zone archeologiche di indiscutibile valore, siano esse a cielo aperto, sotterranee o sommerse (come il Rione Terra, l’Anfiteatro neroniano flavio, il Tempio di Serapide, il Parco sommerso di Baia, l’Acropoli di Cuma, le Terme e il Castello aragonese di Baia, la Piscina MIrabilis) a zone vistosamente vulcaniche (Cratere degli Astroni, vulcano della Solfatara, Monte Nuovo, Fondi di Baia) fino alla bellezza di laghi come quello d’Averno, di Lucrino, di Miseno e del Fusaro, sullo sfondo di un mare che continua a narrare storie, per chi le sa ascoltare. Ma cosa ha spinto una libera professionista e ricercatrice ad avventurarsi, oltre la propria attività lavorativa, sull’impegnativo terreno delle visite didattiche, dei viaggi di istruzione, della progettazione educativa che dalle scuole arriva fino al turismo? «Vivo da oltre vent’anni a Pozzuoli – dice Maria Caputi – e l’ho vista letteralmente rinascere, sotto i miei occhi che ogni giorno hanno di fronte Capo Miseno con la sua bellezza mozzafiato. È una cittadina che dopo il terremoto e i danni dei bradisismo ha saputo spendere bene i fondi europei, restaurando luoghi magnifici come il Rione Terra o la Cattedrale, capolavoro di complesso restauro restituito alla gente. Sto vedendo tornare, o arrivare, turisti stranieri, che spesso non riescono in una sola giornata a raggiungere siti diversi ma estremamente interessanti per il loro giro conoscitivo. E allora ho pensato che dovevo fare anch'io qualcosa: alla base della promozione di un territorio, mi sono detta, c’è la sua conoscenza, e gli strumenti informatici offrono notevoli opportunità di raggiungere un grande pubblico nel modo più immediato possibile. Di qui l’idea dell’app, per il pieno rilancio di questa terra meravigliosa». La Terra dei miti, appunto. Da (ri)visitare con un Grand Tour postmoderno, nel suo intreccio di arcaico e tecnologico, natura e cultura. Oltre il visibile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino