Un libro di cui c'era bisogno. Una guida approfondita e colta di quel tesoro di storia, geologia e mito alle porte di Napoli che sono i Campi Flegrei, troppo spesso...
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Si comincia dall'aspetto tellurico che tanto spaventò - ma in un certo senso attrasse - i nostri antenati e che ancor oggi è al centro dei dibattiti. Un vulcanismo attivo che ha il suo cuore nella Solfatara e nel fenomeno del bradisismo. Poi spazio all'immensa storia del posto, dagli insediamenti greci che proprio qui si stanziarono per la prima volta nella penisola italiana alle testimonianze di epoca romana, lì dove i cittadini dell'Urbe amavano trascorrere la villeggiatura, immersi nell'otium - pensiamo all'opulenta Baia e ai suoi reperti sommersi e riemersi. Poi è la volta del castello aragonese posto a difesa delle incursioni piratesche, dell'eruzione cinquecentesca del Montenuovo, dei moti della rivoluzione napoletana del 1799 e del Gran Tour tra Sette-Ottocento: «La regione più meravigliosa del mondo sotto il cielo più puro ed il terreno più infido» ebbe a definirla Goethe.
Il libro di Wanderlingh, autore di preziosi volumi come «Conoscere Napoli» (2017), «I giorni di Neapolis» (2015), «L’Italia è un’altra storia» (2010) è corredato dalle foto suggestive di Sergio e Riccardo Siano, in grado di immortalare da angolature inedite le bellezze archeologiche e paesaggistiche. La prefazione è di Ugo Leone che ammonisce: si può girare il mondo in ottanta giorni ma non si troverà mai una concentrazione di meraviglie come quelle contenute tra i Campi Flegrei e il Vesuvio.
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Il Mattino