Addio alla giornalista del Messaggero Rita Sala, signora del giornalismo culturale

Addio alla giornalista del Messaggero Rita Sala, signora del giornalismo culturale
Per chiunque lavori nel mondo dei giornali e abbia confidenza con l'ambito della cultura che si tratti di teatro (il suo campo di azione privilegiato), musica o cinema Rita...

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Per chiunque lavori nel mondo dei giornali e abbia confidenza con l'ambito della cultura che si tratti di teatro (il suo campo di azione privilegiato), musica o cinema Rita Sala, firma prestigiosa e anima de «Il Messaggero» per 33 anni, ha rappresentato un punto di riferimento caro e insostituibile. È scomparsa ieri, sconfitta a 66 anni da una malattia che non le aveva impedito, fino all'ultimo, di proporsi come una delle voci più attente, presenti, appassionate e colte del giornalismo italiano.


Tra i suoi ultimi articoli, appunto, quello in memoria di Umberto Eco, tra i suoi maestri all'università di Bologna (la città in cui era nata, prima di trasferirsi stabilmente a Roma): Rita Sala l'aveva scritto da un letto d'ospedale ma, nonostante la stanchezza quasi insopportabile, era riuscita a commuoversi, a commuovere e a rimanere, in ogni caso, gradevole e interessante.Giornalista di razza, Rita era capace di dettare lunghe recensioni a caldo, di immaginare dieci titoli diversi e tutti pertinenti prima di piazzare un articolo in pagina, di raggiungere senza troppa fatica (e anche sull'onda di una simpatia inevitabile) qualsiasi grande artista con la massima disinvoltura e in modo diretto. Non solo ne era capace: le piaceva moltissimo.Curiosa nel senso migliore del termine, ha coltivato con consapevolezza e passione il teatro, la musica (specie la lirica), la poesia, la storia dell'arte, sapendosi rapportare sempre agli interlocutori giusti e più illustri, con grande preparazione (aveva due lauree e parlava cinque lingue, per esempio) e stabilendo rapporti privilegiati con Carmelo Bene, Scaparro, Proietti, Pavarotti, Bruson, Domingo, Muti, Sepulveda.


L'altra sua passione grande era il calcio, anzi era la Roma; e proprio oggi non a caso anche la società di Totti, suo idolo indiscusso, la saluta con un tweet affettuoso.Tutto questo riguarda la professionista, apprezzata unanimemente da anni. Oltre ciò, chiaramente, resta però l'immagine di una persona gentile e disponibile, che da tutti viene ricordata, adesso, con parole cariche di dolcezza e malinconia. Anche e soprattutto sul web, cioè su quella «rete» al cui interno Rita si muoveva con ovvia intelligenza ma che le era sempre sembrata un po' troppo virtuale per poter anche solo competere, nel suo spirito di giornalista di razza, con il fascino della scrivania, delle notti passate a dettare e correggere, del mestiere - insomma che Rita Sala ha intensamente amato e fatto conoscere, nella forma più bella, ai propri lettori.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino