Napoli, a Sala Assoli, la presentazione del libro di Antonello Cossia «L’Attore e l’animale»

L’autore dialogherà con Giulio Baffi e Alessandro Toppi in video

Lo scrittore Antonello Cossia
Lunedì 4 dicembre ore 18.00, in Sala Assoli si presenta il libro L’Attore e l’animale – Artigianato teatrale fra natura, corpo e...

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Lunedì 4 dicembre ore 18.00, in Sala Assoli si presenta il libro L’Attore e l’animale – Artigianato teatrale fra natura, corpo e metamorfosi, in cui Antonello Cossia attraversa l’esperienza di 40 anni di palcoscenico e soprattutto i percorsi laboratoriali, mettendo in profondità strumenti metodologici di un lavoro di ricerca e artigianato. Nel corso della presentazione, l’attore dialogherà con i presenti e sono previsti interventi di Giulio Baffi e Alessandro Toppi e la partecipazione in video di Marco Baliani.

Il breve saggio di Cossia prende in prestito le teorie di Vesevol’d Mejerchol’d, con la volontà precisa di raccontare un punto di vista poco omologato relativo all’arte attoriale: non solo si riprende la lezione di un artista, di un maestro fucilato da Stalin per la sua opposizione al regime, ma soprattutto la sua disciplina che si richiama alla condizione animale, fisiologica del corpo.

Al centro della riflessione di Cossia c’è dunque il corpo: un corpo che possa far scandalo non passando dalla diffusa pratica di una nudità pornografica, ma da una potenza erotica di seduzione, che sposti la visione dello spettatore, mostrandogli la vita in scena nella piena potenza di un’energia animalesca, selvaggia, abbrutita, tornando allo stadio primigenio della natura senza sovrastrutture.

«Questo breve saggio prende spunto dall’esperienza laboratoriale e soprattutto da uno spettacolo, La stanza scura, andato in scena nell'ambito Museum 2007, in cui avevo certo il ruolo di attore, trattandosi di un monologo, ma nel senso di attore autore, seppur guidato dalla mano registica sapiente e divertita di Renato Carpentieri – racconta Antonello Cossia. Attore-autore, una specifica artistica molto diffusa nelle avanguardie degli anni Settanta\Ottanta, proseguita da alcuni fino ad oggi, seppur modificata nei suoi aspetti profondi e metodologici. Le analisi, le riflessioni, le conclusioni contenute in questo testo, hanno una valenza di dedica. Una dedica personale a un mestiere, ad una pratica artigianale sempre più bistrattata nel presente del consumo. Un’attenzione affettiva verso la costante e totale dedizione all’esercizio del donarsi in palcoscenico, senza risparmio, senza pudore, con umiltà e sincerità, ma pur sempre pronti a godere dei risultati e allo stesso tempo capaci di tornare al punto di partenza».

Il libro di Cossia racconta di un teatro che emoziona, che tocca il cuore, che è il motore di tutte le cose, a cui si giunge attraverso un lavoro meticoloso, duro, divertito, ma rigoroso, dove in realtà non ci sono segreti, ma una porta sempre aperta, che permetta di assistere a un processo di creazione, per restituirgli solo alla fine uno spazio di mistero, utile a conciliarsi con il mondo e con la vita attraverso la magia del teatro. «”Il segreto è che non ci sono segreti, solo lavoro”: ha ragione Peter Brook, maestro e faro tra le altre stelle che hanno guidato il mio cammino – conclude Cossia».

 

 

 

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Il Mattino