Napoli, da Gallerie Solito «Unfolding the moon», la mostra nei sentimenti e nelle percezioni di Richard Wathen

Il progetto partirà venerdì, 16 febbraio. All'inaugurazione saranno presenti l'artista, Richard Wathen e il curatore, Vincent Vanden Bogaard

Una delle opere di Richard Wathen
Riparte la programmazione delle Gallerie Solito con un nuovo ciclo di mostre volute e curate da Vincent Vanden Bogaard, che aggiunge all’ampia proposta di Luigi Solito...

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Riparte la programmazione delle Gallerie Solito con un nuovo ciclo di mostre volute e curate da Vincent Vanden Bogaard, che aggiunge all’ampia proposta di Luigi Solito nuovi artisti  internazionali.

La prima mostra del 2024 è «Unfolding the moon» di Richard Wathen, un solo show pensato per la Galleria S3 di Palazzo Partanna in Piazza dei Martiri.

Artista di fama internazionale, per la prima volta in Italia grazie alla collaborazione con le Gallerie Solito, Richard Wathen è tra i contemporanei che senza dubbio ha anticipato una scena pittorica che si sta imprimendo sia in termini di presenza nel mercato attuale che,  soprattutto, in termini di collocazioni museali, rimettendo al centro della propria ricerca la qualità pittorica e un tema, che potremmo definire, del realismo onirico.

I suoi soggetti preferiti sono le nature morte e il ritratto, che l’artista rivisita privilegiando colori antinaturalistici e un trattamento della materia estremamente accurato. Richard Wathen, artista nato a Londra (1971), presenta una selezione inedita di tele, arricchite da alcuni watercolor su cartoncino – anch’essi esposti per la prima volta – che sono parte integrante del suo modus operandi.

I suoi dipinti sono principalmente ritratti, nel soggetto e nella composizione spesso paragonati a quelle di Thomas Gainsborough, sebbene con l’aggiunta di un tocco di “stranezza” o “inquietudine”, persino qualcosa di “angosciante” o “grottesco”. Le sue opere descritte come inizialmente familiari, con il loro richiamo alla ritrattistica storica, ad un’attenta visione rivelano dettagli inquietanti che contribuiscono al senso di angosciosa stranezza. Le opere traggono ispirazione da diversi periodi storici dell’arte, sovrapposti a riferimenti autobiografici, mascherati e modellati su sé stesso. Insieme all’aspetto e al posizionamento incerto di figure umane, crea un netto senso di disagio in riferimento alla natura dell’individuo. Sebbene sembri adottare gli schemi canonici della ritrattistica, Wathen non considera i suoi dipinti come ritratti, ma come manifestazioni di qualcosa inizialmente non considerato e poi portato alla luce.

Partendo dagli autoritratti, l’artista distorce intenzionalmente i dettagli anatomici per ridefinire la personalità dei suoi soggetti e applicare al tempo stesso l’idea cubista dei molteplici punti di vista. Il titolo della mostra, «Unfolding the moon», si riferisce in maniera diretta all’intimità, alla segretezza, alla rivelazione e alla scoperta dei sentimenti.

Dopo un lungo periodo in cui ha esplorato la nitidezza delle forme e la severità dei sentimenti attraverso personaggi neutri, Richard Wathen ha deciso di creare nuove atmosfere in cui far vivere i suoi protagonisti. Senza cambiare completamente la grammatica del suo nuovo linguaggio, l’artista ha sviluppato ultimamente una nuova lessicologia che gli permette di esprimere una gamma più ampia di sentimenti. Si è liberato da una figurazione rigorosa e ha iniziato a utilizzare l’astrazione, sovrapponendo lentamente il soggetto principale della composizione, allo sfondo. Si tratta di un nuovo punto di partenza nella sua pratica, che riassume tutto ciò che ha realizzato nell’ultimo decennio.

La mostra rappresenta per lui una forte opportunità per intraprendere una nuova strada e rafforzare il suo linguaggio. L’artista Richard Wathen e il curatore Vincent Vanden Bogaard saranno presenti all’inaugurazione. 

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Il Mattino