“Note del sacro. Un pamphlet fantastico” Di Serio sperimenta i limiti umani

“Note del sacro. Un pamphlet fantastico” Di Serio sperimenta i limiti umani
Un percorso suggestivo attraverso la musica e il sacro. Un incontro con l’eterno realizzato attraverso i suoni e le parole. Questo, in estrema sintesi, il nucleo del piccolo...

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Un percorso suggestivo attraverso la musica e il sacro. Un incontro con l’eterno realizzato attraverso i suoni e le parole. Questo, in estrema sintesi, il nucleo del piccolo ma densissimo testo dello scrittore Marco Di Serio dal titolo “Note del sacro. Un pamphlet fantastico”, stampato per i prestigiosi tipi di Campanotto.


Impreziosito da una Prefazione del musicista tedesco Julius Berger e da una Introduzione dello psichiatra Luigi Cancrini, il libro consiste in una seducente ed intensa riflessione realizzata con i più raffinati strumenti espressivi. Meditazione saggistica, dialogo letterario e poesia si intrecciano infatti in un equilibrio di notevole eleganza per delineare in modo profondo le relazioni, talvolta sfuggenti, tra la musica e la trascendenza. Un itinerario che attraversa i secoli e che permette di incontrare, uno dopo l’altro, in un dialogo serrato e sapiente, i grandi autori della tradizione musicale dell’Occidente, dal canto gregoriano a Desprez, da Bach a Messiaen.

Continui, nel corso di queste intense meditazioni, i rimandi alle esperienze dell’arte figurativa e della letteratura, quasi ad indicare la possibilità di varcare, attraverso i ritmi e le melodie, i confini tracciati fra le diverse forme di espressione. Come afferma uno dei personaggi evocati dalla fantasia dell’autore: «Le note del sacro scorrono lungo i confini con l’eterno, assumendo tutti gli idiomi che ricorrono lungo le varie frontiere, fallacemente inconsistenti».

È attraverso questa via, dunque, che il libro di Di Serio cerca con grande ricercatezza le risposte alle domande fondamentali della vita. Come sottolinea Berger presentando questo prezioso volumetto, «l’uomo cerca ogni volta l’immutabile, cerca l’eterno, scopre suoni di un’identità che resta sempre inalterata, e crea, anzitutto inconsciamente, un’esperienza del trascendente. Quando i suoi simili sono malati o sono morti, ma anche quando giunge il momento di celebrare una festa, egli fa riecheggiare i suoni che ha scoperto». 


Particolarmente significativo appare il lavoro compiuto dall’autore sul linguaggio, che si mostra perfettamente adeguato alla misura delle cose descritte, siano essi suoni o immagini, aderente alla loro natura, quasi in un rapporto di identità con il modo in cui le cose stesse si rivelano. Su questo aspetto un ruolo determinante è certamente anche quello giocato dalla sua lunga esperienza di traduttore di importanti scrittori e poeti per alcune tra le più prestigiose case editrici italiane, da Laterza a Qiqajon. Un libro che si raccomanda ai lettori che vogliono sperimentare la frontiera stessa delle possibilità umane, dove la finitezza, il limite, lascia il posto a ciò che trascende ogni imperfezione.

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Il Mattino