«Orazio Gentileschi e l'immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma», padre e figlia illuminati da Caravaggio

«San Francesco in estasi» di Orazio Gentileschi esposto al pubblico per la prima volta

La mostra «Orazio Gentileschi e l'immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma»
Seguendo le tracce di San Francesco è possibile scoprire una rara rappresentazione del patrono d'Italia nell'ambito della mostra «Orazio Gentileschi e...

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Seguendo le tracce di San Francesco è possibile scoprire una rara rappresentazione del patrono d'Italia nell'ambito della mostra «Orazio Gentileschi e l'immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma» esposta alle Gallerie Nazionali di Arte Antica a Palazzo Barberini di Roma. Si tratta di «San Francesco in estasi», un dipinto di Orazio Gentileschi (Pisa 9 luglio 1563 - Londra 7 febbraio 1639), padre della ben più nota Artemisia, esposto al pubblico per la prima volta. Una testimonianza del periodo in cui Gentileschi si avvicinò alla concezione pittorica di Michelangelo Merisi, a cui era molto legato. I due si conobbero a Roma, si frequentarono nei primi anni del 600 e insieme vennero coinvolti nel celebre processo che il pittore Giovanni Baglione aveva intentato contro di loro nel 1603, accusandoli di aver diffuso in città dei poemetti satirici e diffamatori nei suoi confronti. Molto probabilmente il quadro fu dipinto negli stessi anni del celebre processo, che coincidono con il caravaggismo di Gentileschi, e venne eseguito con un modello in posa dal «vero», metodo che il pittore aveva appreso da Caravaggio. L'immagine presenta un singolare San Francesco ritratto in estrema solitudine in un momento mistico, che Yuri Primarosa, curatore del museo, nel catalogo definisce come: «altamente rappresentativa di un momento di passaggio, perfettamente a fuoco nella costruzione del saio di tessuto grezzo e dei suoi cordoni da legare, ma allo stesso tempo cupa e brutale, zoppicante e quasi anti-graziosa nella descrizione del volto rapito dell'estasi: forse per la prima volta il pittore provava a sfondare le porte della Maniera per creare un linguaggio nuovo».

La mostra, aperta fino al 10 aprile 2023, propone, insieme al San Francesco in estasi, altri quattro dipinti del santo, per offrire un approfondimento specifico sul tema della sua rappresentazione nel corso del tempo. Due di Orazio Gentileschi: il San Francesco sorretto da un angelo (dal Prado di Madrid), altro capolavoro della fase giovanile del pittore, e il San Francesco confortato da un angelo (1610-1612, della collezione delle stesse Gallerie Nazionali di Arte Antica a Palazzo Barberini), che presentano entrambi la figura dell'angelo con le ali aperte, cara al pittore. Il confronto dei tre dipinti mostra chiaramente l'evoluzione dello stile pittorico dell'artista e ne documenta il superamento del manierismo. Esposti anche il San Francesco in preghiera di Cigoli (1599 ca.) e il San Francesco in meditazione (1606 ca.) attribuito a Caravaggio, entrambi della collezione delle stesse Gallerie.

Negli atti del processo intentato da Baglione sono state ritrovate diverse dichiarazioni che descrivevano la vita degli artisti, tra cui quelle di Gentileschi che aveva affermato di aver prestato a Caravaggio «una veste da cappuccino» e un «par d'ale» per realizzare i suoi dipinti. Molto probabilmente si tratta dello stesso saio che Orazio ritrasse nel San Francesco in estasi. Per evocare il periodo storico, in mostra è esposto anche un saio cappuccino dell'epoca, insieme agli atti del processo del 1603 aperti sulla pagina della citata deposizione di Caravaggio.

Oltre che da Yuri Primarosa, la mostra «Orazio Gentileschi e l'immagine di san Francesco. La nascita del caravaggismo a Roma» è curata da Giuseppe Porzio, professore di Storia dell'arte moderna all'Orientale di Napoli, che sottolinea: «Orazio Gentileschi è un pittore di straordinaria qualità artistica, una personalità enorme che si trova ad essere compressa tra Caravaggio e l'ingombrante figura della figlia Artemisia. Non ha mai ricevuto un'attenzione esclusiva, mentre dovrebbe esserci una rivalutazione del suo nome anche presso il grande pubblico. San Francesco in estasi, che viene ad aggiungersi al catalogo non troppo ampio del pittore, è importante perché testimonia il suo avvicinamento al metodo di Caravaggio. Ma non è un suo seguace, è un suo pari; aveva operato in modo proprio, il suo caravaggismo non è pedissequo ma personale, come era già chiaro ai contemporanei». 

Giuseppe Porzio è anche co-curatore (insieme ad Antonio Ernesto Denunzio) della mostra «Artemisia Gentileschi a Napoli» alle Gallerie d'Italia di Napoli aperta fino al 16 marzo 2023 che ha portato per la prima volta in Italia alcune opere della pittrice, figlia di Orazio, da cui apprese l'arte figurativa. Artemisia (Roma, 8 luglio 1593 - Napoli, 1653) divenne orfana di madre nel 1605. E fu in questo periodo che si avvicinò alla pittura: bambina, guardava affascinata il padre mentre si cimentava con i pennelli. Orazio valorizzò al massimo il suo talento precoce, destinato a donarle fama di pittrice caravaggesca e femminista. Nel 1608-1609 il rapporto tra lei e il padre si trasformò da discepolato in collaborazione: la Gentileschi iniziò a intervenire su alcune tele paterne prima di produrre autonomamente piccole opere d'arte. Poi la sua storia ci è più nota, dallo stupro di cui fu vittima e che le costò persino un processo all'arrivo a Napoli, dove maturò pittoricamente e decise di vivere. 

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Il Mattino