Paolo Giulierini direttore del Mann: «Altri quattro anni? Faccio gli scongiuri»

«Dal 2015 all'anno scorso abbiamo realizzato 300 mostre in tutto il mondo»

Paolo Giulierini direttore del Mann
Paolo Giulierini arriverà il 30 settembre alla scadenza naturale del suo mandato di 8 anni (4 + 4) e dovrà lasciare il suo posto di direttore del Museo archeologico...

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Paolo Giulierini arriverà il 30 settembre alla scadenza naturale del suo mandato di 8 anni (4 + 4) e dovrà lasciare il suo posto di direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli, il Mann, dove è arrivato l'1 ottobre 2015. Al suo successore lascerà un museo radicalmente cambiato, più innovativo, più accogliente, con numeri più alti e, il 15 febbraio, quando sarà inaugurato lo spazio della scultura campana, completamente riaperto e raddoppiato negli spazi con l'aggiunta dell'ala posteriore, l'auditorium, otto nuove sezioni archeologiche. Di prossima apertura anche un ristorante.

Direttore Giulierini, dopo il Mann quale museo vorrebbe andare a dirigere? Qual è il suo sogno?
«Non posso esprimermi, c'è in atto la valutazione del ministro Sangiuliano».

Lei è nato in provincia di Arezzo, ha chiesto di andare agli Uffizi?
«Sarebbe una bella sfida. Al di là delle mie origini toscane, chi non vorrebbe offrire il suo contributo a uno dei musei più importanti del mondo? Ma forse non è ancora il momento».

Preferisce un'esperienza all'estero?
«No».

La pensa come Sangiuliano, più italiani alla guida dei musei italiani?
«Penso che sia giusto dare un contributo in primis al proprio Paese. Se si scappa non ci si può lamentare che le cose non vanno bene. Spero che tanti miei colleghi italiani si concentrino nell'aiutare l'Italia piuttosto che pensare a una carriera personale».

Quanto alla sua carriera, dunque, dove vuole andare? Si sbottoni un po'.
«Amo molto Napoli».

Sta dicendo che vuole rimanere al suo posto all'Archeologico?
«Ci sono da portare a compimento nuovi progetti del Mann».

Ma dopo due mandati non c'è più possibilità di rinnovo.
«Tecnicamente non posso avere un altro doppio mandato di otto anni. Magari una proroga di un solo mandato».

Insomma, altri quattro anni. È questo che sta valutando il ministero?
«Non voglio esprimermi. Sangiuliano conosce i miei propositi».

Quali progetti deve ancora portare a termine?
«Il Comune sta avviando i lavori di recupero della galleria Principe di Napoli e il Mann potrà disporre di una serie di spazi sia per promuovere il museo sia per allestire piccole mostre. Poi a Palazzo Fuga si provvederà a decentrare alcune collezioni. Alla base di queste due iniziative c'è il progetto più ampio di diffondere il museo in altri punti della città. Poi ci sono i progetti da realizzare all'interno del museo».

Quali?
«Per i sotterranei abbiamo un appalto di 11 milioni di euro con lavori che iniziano a maggio per realizzare una grande ala espositiva che sarà collegata con la metropolitana: quando sarà pronto il tratto che collegherà l'aeroporto con la fermata del Museo, i viaggiatori potranno arrivare direttamente nei sotterranei del Mann».

In questi quasi otto anni, di quali successi è più orgoglioso?
«Sono state tante le grandi soddisfazioni per le mostre. Ne cito solo quattro, quella sui Longobardi nel 2018, l'anno successivo quella su Canova che ha portato il numero record di trecentomila visitatori, quella sui Gladiatori e quella sui Bizantini ancora in corso. Le prossime saranno su Picasso e Alessandro Magno. Oltre le mostre realizzate nel museo, ci sono quelle portate all'estero, spesso sottovalutate e invece di grande importanza».

Per esempio?
«Dal 2015 all'anno scorso abbiamo realizzato trecento mostre in tutto il mondo, delle quali un centinaio prodotte solo con oggetti del museo. In totale hanno registrato un milione di visitatori all'anno, dato di solito non messo nella debita evidenza e che invece ci tengo a sottolineare».

Può dare una stima dei visitatori venuti in questi anni al Mann?
«In media mezzo milione all'anno, con i giovani in costante aumento. Numeri raggiunti grazie anche al videogame Father and son del quale è in uscita la seconda puntata, che ha registrato cinque milioni di download in tutto il mondo, utenti digitali che adesso conoscono il nostro museo attraverso nuove forme di tecnologia».

Forte di questi numeri, crede che la proroga le verrà concessa?
«In questi anni sono diventato napoletano, anzi napoletanissimo. Non rispondo e tocco il mio cornetto portafortuna, come faccio prima di ogni partita del Napoli».

Da come sta andando il campionato, c'è da sperare bene anche per lei?
«Faccio il ritocco». 

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Il Mattino