Un progetto in divenire di «pensiero poetante», denominato Poesia Portale Sud, che parte dal Mezzogiorno. E un manifesto teorico-poetico condiviso, che riparte da...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«La poesia è – io spero essa sia – un’incisione, un segno profondo, una fessura sulla superficie coriacea del mondo umano, un taglio spiraglio sulla pelle inaridita della vita senza più scandalo che è l’oggi», dice Rossella Tempesta, napoletana di sangue pugliese e spiccata vocazione lirica che, nella raccolta, dà fiato alla terra con terzine che risuonano come coaguli di versi: «Lei mi ripara/ la terra è verità./ Lei mi genera». E mentre il fuoco, «unica sezione conica rovente», ribolle nelle immagini liriche di De Rienzo, che vi sintetizza il suo approccio pluridisciplinare di scrittrice-poeta e fotografa residente tra Partenope e Procida, l’acqua sgorga e canta - con un registro tra l’intimo e l’epico - dai versi di Grutt: non a caso cofondatore, fra il resto, del Centro internazionale canzone d’autore oltre che collaboratore del Centro di poesia contemporanea dell’università di Bologna. È infine la «ruah», il soffio dello spirito, ad aleggiare nell’elemento aria affidato a Sant’Elia, che - come nelle sue precedenti raccolte di versi Il circo e Cartografia, in piena coerenza con progetti culturali come le esperienze editoriali «Il rosso e il nero» e «La freccia e il cerchio» - si esprime anche qui poematicamente, evocando una storia di tre spiriti che abitano a Bagnoli e fomentano un incontro tra un ragazzo e una ragazza.
Ma cosa si prefigge in concreto il progetto Portale Poesia Sud? «Innanzitutto – replica Sant’Elia – far emergere, oltre i vezzi, le secche e i gerghi dei modelli primo o tardo novecenteschi, un diverso modo di “sentire” e praticare la scrittura poetica: dentro la letteratura, ma oltre la letterarietà. La poesia intesa come veicolo di idee, non portaborse di significati; come radar ricettivo, non organigramma del presente; come fisiologia stilizzata del ritmo, non insistita respirazione artificiale; e come chiarezza profonda, in luogo di superflua oscurità». Già. Ma quale ruolo ha il Mezzogiorno in tale ottica, e quanto deve questo «manifesto» alla lezione di «pensiero poetante» di Giacomo Leopardi? «Il Sud è per noi un campo d’indagine privilegiato per far emergere la poesia che c’è, senza inutili trionfalismi né patetici vittimismi e senza pretese di esaustività. L’unità dei saperi, in tale ottica, è una risposta alle sfide della postmodernità, e ai suoi gerghi spesso scomposti, che rilancino invece il linguaggio non come feticcio da idolatrare, o come strumento ultimo e primo del fare poetico, ma come veicolo espressivo plasmato secondo necessità e capace di trasmettere una discutibile, icastica personalissima visione del mondo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino