È davvero questo il tempo per tornare alla lettura di Leonardo Sinisgalli e alle sue muse parallele. A scandagliare la sua poliedricità di uomo della parola,...
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Quel simposio - così lo definisce nella postfazione Biagio Russo, direttore della Fondazione Sinisgalli - fu un importante evento culturale che vide tra i relatori personalità di alto profilo culturale. Oggi quegli atti sono un ulteriore contributo saggistico e scientifico per meglio conoscere il cantore lucano che, come altri poeti del Meridione e della sua stessa generazione (Salvatore Quasimodo, il salernitano Alfonso Gatto, Libero De Libero), fu «errante per l'Italia». Quelle testimonianze orali ci permettono ora di elaborare meglio le «accensione di fuochi» della poetica sinisgalliana, primo fra tutti «il tema della terra natale affrontato nel suo rapporto con l'immagine del fanciullo che in quella terra trova il suo spazio vitale e in quella si confonde sino a venirne assorbito». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino