Cinquanta opere di Amedeo Modigliani riprodotte con nuove tecnologie. Ma anche il mistero di un dipinto che le prime indagini scientifiche escluderebbero essere un falso. Tutto...
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Per celebrare e diffonderne la storia e l’opera in Italia e all’estero, l'obiettivo dell'istituzione è quello di riprodurre con la modalità della retroilluminazione a led l’opera omnia dell'artista, che assomma oggi a 337 opere. Uno sforzo per sollecitare i critici a mettere ordine nella ricostruzione del complesso mondo di Modigliani, per contrastare speculazioni e ricostruzioni arbitrarie che spesso hanno visto protagonista il genio livornese. "Per fare ciò - spiega il direttore artistico della mostra, Alberto D'Atanasio - stiamo cercando di stabilire anche un metodo di lavoro che comprenda analisi di tipo scientifico".
IL MISTERO DI "DEDE"
E' il caso del dipinto in mostra che rappresenta una donna, "Dede", ritrovato a Roma da un rigattiere una decina di anni fa accanto ad un cassonetto. Le analisi svolte da due laboratori specializzati, uno a Milano e l’altro a Spoleto, hanno datato il dipinto nei primi due decenni del '900, e quindi nel corso della vita dell'artista e prima che le prime copie di opere di Modigliani cominciassero ad apparire. La struttura di legno, la tela, i colori e la sporcizia in superficie sono peraltro risultati coerenti con l'epoca in cui Modigliani visse. Tutto ciò però non è sufficiente: “Ciò che si è fatto finora e che è tuttora in corso - afferma D’Atanasio - è stato utilizzare un metodo di indagine che unisse in maniera interdisciplinare l’azione scientifica sui materiali, sullo sporco, sulle sostanze congrue, quelle sovrammesse incongrue. certo è che il punto di partenza da cui adesso ci muoviamo è la certezza tecnico-scientifica che non si tratti di un falso”. Ma il confronto sull'opera è destinato a continuare: "Stabilito finalmente un metodo, ora si apra il dibattito", conclude infatti D'Atanasio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino