Ha esordito giovanissima nella narrativa nel 2007 con un romanzo sulla complessità delle dinamiche familiari, La stanza di sopra (Neri Pozza Bloom), entrato subito...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Commenta il direttore editoriale Mariagrazia Mazzitelli: «Siamo molto felici di pubblicare il brillante esordio nella narrativa per ragazzi della vincitrice del Premio Campiello 2018, ma soprattutto che Rosella Postorino entri a far parte del catalogo Salani a fianco di grandi autori come le autrici di indimenticabili figure femminili ribelli e firme di calibro internazionale: da Luìs Sepúlveda a Roald Dahl, da Daniel Pennac a Philip Pullman, da Andrea Camilleri a Michela Murgia e Silvana Gandolfi, solo per citarne alcuni». Origini calabresi, infanzia ligure, residenza romana e dal 2003 un lavoro nell’editoria, prima del suo attuale debutto nel mondo della Kid’s Lit, Rosella Postorino ha esordito con il racconto In una capsula (nella raccolta Ragazze che dovresti conoscere, Einaudi Stile libero 2004), poi ha pubblicato altri racconti e un saggio di critica letteraria, Malati di intelligenza (nell’antologia Duras mon amour 3, Lindau 2003).
Fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015), dopo il successo del suo primo romanzo La stanza di sopra ha pubblicato L’estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero, 2009, Premio Benedetto Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis), Il corpo docile (Einaudi Stile Libero, 2013; Premio Penne), la pièce teatrale Tu (non) sei il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani, 2009), Il mare in salita (Laterza, 2011) e infine il fortunato Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018), un romanzo che indaga in profondità l’animo umano, scavando ben oltre il netto contrasto tra bene e male. Una vicenda perturbante e misconosciuta del Secolo Breve, ispirata dalla storia vera e dalla figura di Margot Wölk: una delle “assaggiatrici” di Hitler, costrette a verificare come cavie umane se il cibo per il Führer destinato alla Tana del Lupo fosse avvelenato. Spiegando al Libraio.it le ragioni che l’hanno spinta a scrivere quel libro, Postorino ha replicato in un’intervista: «L'’ho fatto non soltanto perché era un aspetto della storia del nazismo totalmente inedito, ma soprattutto perché racchiudeva temi da sempre centrali nella mia scrittura: l’ambiguità delle pulsioni umane, il confine sottile tra vittima e colpevole, la coercizione, gli effetti delle organizzazioni totalitarie (dalla mafia al carcere al nazismo) sulla vita (privata) delle persone».
Molto attenta alla lingua e alle ragioni dello stile, oltre che ai contenuti, c’è da scoprire adesso come supererà il non facile banco di prova del giudizio dei lettori più giovani. Molto più esigenti degli adulti, per tanti versi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino