Gregory Poter, Suzanne Vega e i Boomdabash sono le stelle della Notte della Taranta formato Raphael Gualazzi in scena il 26 agosto all'ombra dell'ex convento degli...
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«Ma la musica è dinamica e non si può innovare se non partendo dalla tradizione» assicura Gualazzi, nei suoi panni di maestro concertatore, in attesa di dirigere l'Orchestra Popolare impreziosita dalle presenze di Gerry Leonard, chitarrista del Bowie di «Heaten» e «The next day», del sassofonista Tim Ries (Rolling Stones), del percussionista cubano Pedrito Martinez (Wynton Marsalis, Paul Simon, Paquito D'Rivera, Bruce Springsteen, Sting). «Fin dalle prime battute di questo lavoro, mi sono reso conto di come la pizzica e le musiche afro-americane siano affini: in entrambi i casi è la sublimazione di una sofferenza in un determinato periodo storico per gli schiavi d'America come per il Sud Italia.
Ho scoperto canzoni stupende, con tematiche interessanti, vicine al blues, che amo da sempre. Oggi la pizzica è piena di energia e di divertimento. Ed è quello che cercherò di restituire», spiega il pianista urbinate, scelto per il ruolo di concertatore dopo un lungo pressing su Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, genius loci che avrebbe garantito massima attenzione del pubblico e dei mass media. Per Gualazzi il lavoro è iniziato ascoltando i preziosi consigli del direttore artistico della manifestazione Daniele Durante, poi, una volta preso possesso del significato artistico e culturale è partito il lavoro sui brani. Come le endorfine rilasciate dall'organismo «scazzicato» dai movimenti convulsi ed estenuanti della danza possono trasformarsi nella terapia coreutica del morso della tarantola e «scacciarla» dal corpo della vittima, così questa musica può trasformarsi in una cura dell'anima anche lontana dai campi di stoppie e da quella cappella di San Paolo a Galatina dove un tempo le vittime ringraziavano della guarigione il santo protettore dei morsicati da animali velenosi.
Ernesto De Martino, antropologo autore del fondamentale La terra del rimorso, ricorda che i riti avvenivano attorno al loro letto di casa, accanto ad immagini di San Paolo e San Pietro incorniciate da fiori di carta come in un rustico altarino; i musici poggiavano sul comodino una boccia della miracolosa acqua di San Paolo, attinta dal pozzo di Galatina, e cominciavano a suonare. «La musica del Salento è uno straordinario squarcio sociologico su quello che era il mondo delle donne, che lavoravano nei campi per molte ore sotto il sole, parla con work songs, canti di lavoro, con strumenti antichi che seguono la voce, che la fa da padrona, come espressione libera di un racconto della quotidianità», spiega ancora Gualazzi, che nel 2011 ha vinto Sanremo Giovani ed è arrivato secondo all'Eurovision Song Contest: «Sto ascoltando vecchie registrazioni strepitose, la tradizione popolare più pura. Tutto esaltato dalle capacità di un'orchestra splendida, sia umanamente che musicalmente. Devo dire che ci sono grandi stimoli in questa preparazione, abbiamo già fatto un lavoro prodromico di arrangiamento e siamo partiti avvantaggiati con le strutture musicali che arricchiamo sul campo sia con l'esperienza del direttore artistico che dei musicisti».
In attesa del concerto, che sarà trasmesso ancora una volta da Rai5 e da Radiodue, la taranta è un festival itinerante che fino al 24 agosto attraversa i comuni della Grecia salentina, con ospiti quest'anno i ragazzi dell'orchestra di Unicef che usano la musica come strumento aggregante e di riscatto. Proprio per i progetti di Unicef sarà attivo la sera del 26 un numero per la raccolta fondi, ripetendo così l'iniziativa attuata già lo scorso anno a favore delle popolazioni terremotate del Centro Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino