Vittorio Sgarbi a Torre Annunziata e Castellammare: «Da Oplonti a Stabiae tesori da valorizzare»

«Il senso di questi luoghi è nella pagina struggente scritta sulla lapide che ricorda Goethe»

Vittorio Sgarbi tra Oplonti e Stabiae
«Quante volte ho ammirato le ricchezze tra Oplonti e Stabiae, ho ricordi anche di bambino, e mi ha sempre colpito il rapporto tra chi vive queste città e il...

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«Quante volte ho ammirato le ricchezze tra Oplonti e Stabiae, ho ricordi anche di bambino, e mi ha sempre colpito il rapporto tra chi vive queste città e il mare». Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, ha visitato gli Scavi archeologici di Castellammare, il museo Libero D'Orsi, la Grotta San Biagio e ancora Oplonti, dove mancava dal 1981. «Ricordo che la prima volta mi colpì moltissimo Torre Annunziata. Si tratta di scavi recenti, realizzati negli anni 60 e ancora in buone condizioni. E poi c'è l'idea di continuare i saggi sulla strada e penso sia molto interessante. Il senso di quei luoghi è nella pagina struggente scritta sulla lapide che ricorda Goethe».

Intende i versi scritti prima di lasciare Oplonti e ripresi dall'opera «Viaggio in Italia»?
«Ho segnato sul telefono le parole di Goethe che si possono leggere prima di entrare nella Villa di Poppea, quelle sensazioni scritte e impresse nella storia sono ancora vive 200 anni dopo».

Si è riscritto il testo?
«Sì, eccolo. Recita così: Pranzammo a Torre dell'Annunziata con la tavola disposta in riva al mare, tutti coloro erano felici d'abitare in quei luoghi. Alcuni affermavano che senza la vista del mare sarebbe impossibile vivere, a me basta che quell'immagine rimanga nel mio spirito».

Era il 13 marzo del 1781, si stupisce che fossero felici?
«Mi stupisce che quel legame così forte sia stato interrotto da decenni di edilizia, prima il mare arrivava alle ville di Oplonti e Stabia, oggi ci sono soltanto case».

Molte anche abusive.
«Ormai ci sono, cosa possiamo fare? Per attenuare la violenza del paesaggio, passando in quei luoghi ho avuto una suggestione, pensavo ai tetti delle case ricoperti di pannelli solari. Come un'unica distesa celeste che possa ricollegare le Ville alla costa che oggi pare così lontana».

La sua è una suggestione estetica o un'idea che guarda all'energia verde?
«Anche, perché no. Il fotovoltaico è un tema molto caro al governo e soprattutto eviteremmo progetti orrendi, laddove si pensa di coprire immense distese di verde, terreni che potrebbero essere utilizzati per l'agricoltura. Penso a un fotovoltaico azzurro».

Sembra che negli occhi abbia ancora la vista del golfo di Napoli goduta dalla Reggia di Quisisana e dalla collina di Varano.
«È così. Affacciandomi da Villa Arianna il colpo d'occhio è infinito, come fai a non pensare al mare che era parte di questi siti?».

Come ha ritrovato le ville di Stabiae?
«Questa volta mi sono sembrate più interessanti, mancavo da dieci anni circa e posso dire che sono molto ben tenute».

Lo sa che sono ancora gli unici siti gratuiti della soprintendenza di Napoli?
«Che siano gratuiti in fondo mi sembra una buona cosa».

Negli ultimi due anni è stato allestito il museo Libero D'Orsi che raccoglie i reperti un tempo stipati nell'Antiquarium. Sì è soffermato su una sezione in particolare?
«Il museo è molto ricco, allestito in maniera efficace. Certo ha qualche civetteria come l'installazione di un muro in finto marmo, ma rappresenta bene la ricchezza archeologica della città. Ho avuto ciceroni entusiasti come l'onorevole Amato che mi ha invitato con fervore. Era contento che avessi accettato, lo sono stato anche io, parlerò di quello che si può fare con il direttore generale La Rocca».

Luigi La Rocca è direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dal luglio 2022, gestisce anche i fondi Pnrr. Come pensa di coinvolgerlo?


«Ho visitato anche la grotta San Biagio a Castellammare, dove vi sono affreschi del V e VI secolo, c'è un angelo San Michele meraviglioso. Ma ci sono seri problemi di umidità e stabilità. Servono fondi ordinari e straordinari perché tutto questo sia connesso con Pompei».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino