Alitalia, nomine ancora bloccate: chiesta la Cigs per tutto il 2021

Alitalia, nomine ancora bloccate: chiesta la Cigs per tutto il 2021
Ora è ufficiale. L’impasse sulle nomine e quindi sull’asseto dei vertici di Alitalia ha avuto un primo effetto concreto. Di fronte all’immobilismo del...

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Ora è ufficiale. L’impasse sulle nomine e quindi sull’asseto dei vertici di Alitalia ha avuto un primo effetto concreto. Di fronte all’immobilismo del governo che dura da 4 mesi e ai litigi tra i 5Stelle sui posti nel cda, il commissario Giuseppe Leogrande ha ufficialmente chiesto l’estensione della Cigs per un altro anno. Una mossa per certi versi obbligata anche a causa dell’emergenza Covid che non si arresta. 


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In attesa del varo del decreto sulla Newco, attesa che dura da giugno, l’amministrazione straordinaria ha messo quindi le mani avanti e ha aperto un paracadute per i 6.828 dipendenti della compagnia, chiedendo una proroga di quasi un anno della cassa integrazione straordinaria, in scadenza il 31 ottobre. La nuova cassa richiesta dall’azienda interessa complessivamente 6.622 dipendenti di Alitalia Sai, di cui 3.339 del personale di volo (458 comandanti, 566 piloti, 2.315 dipendenti del personale navigante di cabina) e 3.283 dipendenti di terra.

Per Cityliner, invece, i dipendenti per cui l’azienda chiede l’ammortizzatore sono 206, di cui 204 naviganti (41 comandanti, 58 piloti e 105 assistenti di volo) e 2 dipendenti del personale di terra. La nuova cassa significa ovviamente non solo un aggravio per le casse dello Stato, ma anche la conferma del lento declino della compagnia abbandonata a se stessa da giugno, dall’annuncio cioè dell’imminente arrivo della Newco. In questi mesi il commissario straordinario, fedele al mandato ricevuto, ha gradualmente ridotto il perimetro del vettore, tagliando le rotte internazionali (Nord America, Canada e Sud America), le tratte interne e il comparto cargo. Non ha addirittura partecipato alla gara indetta dal ministero della Difesa per il trasporto del personale militare e civile nelle zone delle missioni internazionali. Gara poi vinta dalla spagnola Albastar.
 

Una lenta ritirata che ha ridotto il personale impiegato sugli aerei, facendo perdere quote di mercato e occasioni di sviluppo. Proprio in un momento in cui le low cost e le maggiori compagnie internazionali hanno avviato una politica commerciale aggressiva, puntando tutto su una possibile anche se difficile ripartenza. Le perdite mensili di Alitalia sono però rimaste stabili a quota 2 milioni di euro, mentre a fine anno il rosso toccherà i 700 milioni, senza contare gli oneri per la Cigs. Spetterà al nuovo cda, una volta insediato, e all’ad Fabio Lazzerini e al presidente Francesco Caio, tentare di risalire la china. Una partenza zavorrata che, dicono i sindacati, non potrebbe essere più difficile.
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Il Mattino