Alitalia-Ita, tensione su stipendi e organici: trattativa in salita con i sindacati

Alitalia-Ita, tensione su stipendi e organici: trattativa in salita con i sindacati
Primo incontro tra i sindacati e il vertice di Ita su organici e stipendi. Con la trattativa sul personale della nuova compagnia tricolore che parte subito in salita. Se non altro...

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Primo incontro tra i sindacati e il vertice di Ita su organici e stipendi. Con la trattativa sul personale della nuova compagnia tricolore che parte subito in salita. Se non altro perché la “cura dimagrante” a confronto con i numeri della vecchia Alitalia (10.500 contro i 2.800 che verranno assunti dalla newco) non è certo leggera. Tutt’altro. Anzi rispetto ai contatti informali che si sono avuti nei mesi scorsi, i paletti posti dall’azienda, almeno in questa fase, appaiono decisamente più rigidi, soprattutto in relazione al personale di volo.

Rispetto ai 1.357 piloti in forza ad Alitalia, Ita ne chiede circa 490, meno di quanto ipotizzato, sempre secondo i sindacati, nelle interlocuzioni dei giorni scorsi. Per comandanti e primi ufficiali è prevista anche una riduzione delle ferie. Lo stipendio base non dovrebbe essere toccato, così come l’anzianità di servizio. Ovviamente visto che siamo solo all’inizio del negoziato, molte cose possono cambiare nel lungo braccio di ferro che si prospetta. Anche perché i piloti, il cuore dell’azienda, non vogliono essere messi in secondo piano. Sforbiciata pure per gli assistenti di volo con 1.060 richieste da parte di Ita rispetto al personale Alitalia che oggi è di circa 3.227. Per hostess e steward viene proposto, secondo i primi rumors, un taglio di circa il 20-30% dello stipendio. Il modello, tuonano i sindacati, è quello di EasyJet, che ha ridotto e di molto gli stipendi ma riducendo i costi e aumentando l’efficienza. Sorpresa invece sul fronte del personale di terra e staff. L’organico immaginato oscilla intorno a quota 1.200 contro 1.900 della gestione Alitalia, molto più di quanto previsto dalle stesse organizzazioni sindacali. 

Come da tradizione, lavoratori e sindacati hanno fatto sentire la loro voce sotto gli uffici di Ita e, per par condicio, anche sotto quelli di Alitalia in amministrazione straordinaria. Il personale che non passerà a Ita - il travaso non è automatico per rispettare le indicazioni di Bruxelles che chiede discontinuità - resterà in campo all’amministrazione straordinaria che oltre alla Cig, prolungata per un anno, dovrà occuparsi anche di formazione. Accollandosi così costi ulteriori. Complessivamente saranno circa 6.500 i dipendenti che resteranno appesi al paracadute della cassa integrazione o, questa l’alternativa, potranno accedere agli scivoli pensionistici a cui stanno lavorando i tecnici del ministero. Sia come sia, al termine dell’incontro i sindacati hanno confermato lo sciopero del 24 settembre, accusando la newco, dice la UilTrasposrti, «di voler avere mani libere su tutto, partendo dalle assunzioni». Più cauta la Fit-Cisl che chiede di definire un protocollo per le relazioni industriale. Preoccupata anche la Cgil. Da qui la richiesta dei confederali tutti, con una apposita lettera-appello al presidente Mario Draghi, per coinvolgere subito Palazzo Chigi nella trattativa. Anche Anapc, Anpav e Anp hanno espresso grande dubbi e chiesto garanzie occupazionali, considerando gli organici della parte volo del tutto insufficienti per le dimensioni del vettore. 

Il ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti, così come quello delle Infrastrutture Enrico Giovannini, predicano prudenza, facendo notare che Ita deve essere competitiva e che non si può fare «l’impossibile». «Alitalia costa 30 milioni al mese e non è più sostenibile per la collettività», ha chiosato il numero uno del Mise che ha auspicato forme di collaborazioni con Fs. Nuovo incontro con l’azienda a fine mese. Anche se il presidente Alfredo Altavilla e l’ad Fabio Lazzerini vogliono chiudere in pochi giorni. 

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Il Mattino