ROMA Termometro Fed, si cambia di nuovo. Sono arrivati i dati sull’inflazione Usa a cambiare l’umore di Wall Street che soltanto poche ore prima, alla vigilia, aveva...
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Ma la peggiore è Milano che, da parte sua, con un calo di oltre il 2% paga le incognite sul rilancio di Mps. I timori sono per la riuscita del piano di salvataggio, ma anche per il costo che potrebbe avere l’aumento di capitale per gli attuali azionisti, dopo che tra il 2014 e il 2015 la banca ha già battuto cassa per altri 8 miliardi.
Tornando al termometro Fed, di fronte a un indice dei prezzi al consumo ad agosto salito dello 0,2% su luglio (sopra le stime) e dell’1,1% sull’anno prima, è la parte «core», quella depurata dalle componenti volatili di prezzi energetici e alimentari, quella più studiata dagli investitori essendo quella preferita dalla Fed. Su base annuale quel dato è salito del 2,3% mettendo a segno il decimo mese di fila sopra il target 2% annuo della banca centrale Usa. Considerando che la stabilità dei prezzi, insieme alla piena occupazione, fa parte del mandato della banca centrale Usa, il mercato torna a temere una stretta imminente. Quando l’incertezza è così alta è sempre la volatilità a vincere. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino