Roma. La rottamazione delle cartelle di Equitalia si allarga. La sanatoria, che permette di estinguere il debito non pagando le sanzioni e gli interessi di mora, è stata...
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Novità importanti arrivano anche per i dipendenti, sia della società di riscossione che del Fisco. Per i primi è stata cancellata la previsione di una «selezione» per il passaggio da Equitalia società a Equitalia ente pubblico economico. Per i secondi è arrivato un allungamento della durata delle Pot, le posizioni organizzative temporanee. Circa un anno fa, dopo che la Consulta aveva dichiarato illegittimi 800 dirigenti dell'Agenzia delle Entrate, il governo aveva permesso la creazione di queste posizioni transitorie che, tuttavia, sarebbero scadute alla fine di quest'anno. Nel frattempo però, i concorsi per coprire le posizioni dirigenziali vacanti non sono andati a buon fine e il Fisco rischiava di bloccarsi di nuovo.
Sempre sul fronte Equitalia, sono state aumentate le rate nelle quali è possibile versare l'importo dovuto: da tre a cinque. L'ultima è stata spostata a settembre del 2018. Dall'altro lato, invece, è stata abolita la norma che prevedeva il blocco dei pignoramenti al pagamento della prima rata della rottamazione. Modifiche sono arrivate anche sul fronte della voluntary disclosure. Anche chi ha aderito alla prima operazione di rientro dei capitali dall'estero, potrà partecipare alla seconda facendo emergere questa volta il nero italiano. Allo stesso tempo, l'importo totale del contante che si volesse fare emergere verrà diviso in cinque anni. Secondo Sinistra italiana è un regalo agli evasori, che potranno pagare aliquote più basse. Secondo Sottanelli, che ha presentato l'emendamento, la norma serve solo a fare chiarezza su un punto a rischio contenzioso con i contribuenti. Chi invece si è detto del tutto soddisfatto del lavoro della Camera, che «risponde alle istanze dei contribuenti», è stato il presidente della commissione Finanze Maurizio Bernardo. Rimane lo strascico del duro braccio di ferro combattuto sulle banche. Il governo, con una parte della maggioranza, aveva provato a inserire nel testo una modifica alla norma che obbliga le Popolari a trasformarsi in società per azioni, portando il patrimonio minimo di quelle che devono sottostare a questa regola da 8 a 30 miliardi, oltre a modifiche, già stralciate dalla legge di bilancio, sulla contribuzione da parte degli istituti al fondo di risoluzione. Un comportamento «incomprensibile» e «schizofrenico» lo ha definito il presidente della commissione Bilancio Francesco Boccia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino