Fumata grigia al tavolo del ministero dello Sviluppo economico per la vertenza Comdata: la multinazionale, che gestisce i call-center del settore Tlc, ha deciso ieri di sospendere...
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Molto scettici, invece, i sindacati che pure riconoscono in coro il passo in avanti fatto con il ritiro ufficiale dei licenziamenti, che si sarebbero concretizzati a giorni. «Ad oggi il possibile ritiro dei licenziamenti passa attraverso un percorso che non ha alcuna prospettiva sicura di mantenimento dei posti di lavoro - dichiara Alessandra Tommasini, segretario generale Slc-Cgil Napoli e Campania - L'utilizzo di un ammortizzatore sociale per 6 mesi non è sufficiente. Comdata non è stata in grado di garantire la continuità occupazionale al termine dello stesso, vogliamo certezze». Un punto sul quale convergono anche la Uilcom e la Fistel-Cisl. «E' stato individuato un percorso che passa per la cassa integrazione, ma è troppo generico e vago l'impegno della Comdata nel trovare soluzioni per scongiurare il riavvio dei licenziamenti a marzo prossimo dice Massimo Taglialatela, segretario generale della Uilcom Campania - Per questo motivo o mettono nero su bianco il loro obbligo a salvaguardare tutti i 64 posti di lavoro di Pozzuoli o noi il 30 luglio non firmeremo alcun accordo. Da questo nuovo governo, che si autodefinisce del cambiamento, ci aspettavamo e aspettiamo risposte più nette e sicure. Tra l'altro, la Comdata non è una società in crisi, ma pare voglia lasciare la sede di Pozzuoli perché troppo onerosa». «E' un innegabile passo in avanti, ma ci sono ancora troppe incognite aggiunge Salvatore Capone della Fistel-Cisl auspichiamo che per il 30 luglio sul tavolo del Mise la Comdata porti soluzioni valide e con le altre sigle sindacali abbiamo anche chiesto la convocazione delle istituzioni locali a partire dalla Regione Campania». Alla prossima riunione ci saranno, dunque, i rappresentanti di palazzo Santa Lucia e alcuni consiglieri regionali, come ha anticipato il consigliere Gianluca Daniele: «Oltre al ritiro dei licenziamenti vogliamo sapere quale sarà il futuro della sede di Pozzuoli e in questo percorso vanno coinvolte le istituzioni locali, a partire dalla Regione Campania per coadiuvare il lavoro del ministero, affinché venga trovata una soluzione stabile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino