Crescita, primato Italia tra i Paesi Ue del G7

Al netto degli Stati Uniti, l’Italia sarà, assieme al Canada (+1,2%), il Paese del G7 con il progresso più forte del Pil

Crescita, primato Italia tra i Paesi Ue del G7
Le previsioni primaverili della Commissione europea confermano la resilienza della crescita economica dell’Italia, il cui Pil è previsto aumentare in termini reali...

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Le previsioni primaverili della Commissione europea confermano la resilienza della crescita economica dell’Italia, il cui Pil è previsto aumentare in termini reali dello 0,9% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025. Dunque, l’economia italiana continuerà ad espandersi quest’anno e il prossimo, dopo la fortissima ripresa post Covid-19 del 2021 e del 2022 e il discreto risultato anche del 2023, a cui hanno notevolmente contribuito anche le regioni meridionali. Ciò pur in un contesto europeo reso difficile dal perdurare della profonda crisi della Germania e del suo modello di sviluppo, dalle ricadute della guerra russo-ucraina e dall’impatto dell’inflazione che, sia pure oggi in calo, ha inciso sul potere d’acquisto delle famiglie. La Commissione europea confida altresì che la realizzazione del Pnrr da parte dell’Italia possa controbilanciare nel 2025 il progressivo esaurirsi del boom edilizio residenziale stimolato dai superbonus.

Nel 2024, considerando come una realtà a parte gli Stati Uniti che procedono ad un passo decisamente più elevato di tutti (+2,5%), l’Italia sarà, assieme al Canada (+1,2%), il Paese del G7 con il progresso più forte del Pil, precedendo Giappone (+0,8%), Francia (+0,7%), Regno Unito (+0,5%) e Germania (ancora ferma a uno striminzito +0,1%). Nell’Euroarea spicca la accelerazione della Spagna (+2,1% nel 2024), che tuttavia era ed è tuttora in ritardo rispetto all’Italia nel recuperare i livelli di attività economica del 2019 antecedenti la pandemia. 

Alla fine del 2025, rispetto al 2019, l'Italia conserverà ancora il primato di crescita tra le economie europee del G7 e anche rispetto al Giappone. Infatti, se le previsioni di Bruxelles saranno confermate, il nostro Paese potrà archiviare un robusto progresso cumulato del PIL pari al +5,6% nel periodo 2020-2025. Il che ci porrà davanti di 2 punti percentuali rispetto a Francia e Regno Unito (entrambe con una crescita del +3,6%), di 2,6 punti davanti rispetto al Giappone (+2,8%) e di ben 3,7 punti davanti rispetto alla Germania (che registrerà un incremento solo dell'1,9%).

Se si prende in esame la dinamica del Pil per abitante, che esprime la crescita economica al netto della variazione della popolazione (purtroppo in calo in Italia), la Commissione europea prevede per il nostro Paese un aumento del 1% nel 2024 e dell'1,3% nel 2025. Sull'arco dell'intero biennio 2024-2025 il Pil pro capite dell'Italia Paese crescerà del 2,3%, cioè solo di un decimale in meno rispetto alla Spagna (+2,4%), di due decimali in meno rispetto agli Stati Uniti (+2,5%) e di tre decimali in meno rispetto al Giappone (+2,6%). L'Italia e questi altri tre grandi Paesi si pongono oggi per crescita del Pil per abitante una spanna abbondante sopra economie più affaticate come Francia (+1,1% nel biennio 2024-2025), Regno Unito (+1%) e Germania (+0,5%). Se poi si considera l'incremento cumulato del Pil pro capite nel periodo 2020-2025 troviamo l'Italia in grande evidenza con un +7,3%, non molto alle spalle degli Stati Uniti (+9,4%), prima del Giappone (+5,6%) e nettamente davanti a Spagna (+2,4%), Francia (+1,4%), Regno Unito (+0,6%) e Germania (-0,5%). 

Un altro dato importante segnalato dalle previsioni primaverili della Commissione europea è l'aumento del rapporto debito/Pil dell'Italia (che non conteggia però l'impatto positivo di eventuali privatizzazioni). Tale rapporto crescerà dal 137,3% del 2023 al 141,7% del 2025, dovendo scontare anche l'impatto differito dei superbonus edilizi. Ciò nonostante, è da rilevare che l'Italia farà comunque registrare alla fine del 2025 uno dei minori aumenti del rapporto debito/PIL rispetto ai livelli del 2019 precedenti la pandemia. Infatti, il nostro rapporto debito/PIL risulterà più alto di 7,5 punti percentuali, contro i +6,5 punti della Spagna, i +2,6 punti della Germania ma ben al di sotto degli incrementi monstre di Giappone (+12 punti), Francia (+15,9 punti), Regno Unito (+19,4 punti) e Stati Uniti (+19,5 punti). 

Da rilevare che nel 2025 il rapporto debito/Pil degli Stati Uniti toccherà un livello record pari al 127,3%, ben più alto di quello, pari al 119,7%, che aveva l'Italia nel 2011 quando veniva paragonata alla Grecia. Il debito pubblico italiano, pur essendo gravato da interessi spropositati, tra il 2019 e il 2025, risulterà cresciuto in valore (in monete nazionali) di gran lunga di meno di quelli della maggior parte degli altri principali Paesi avanzati, cioè del 30%, contro incrementi del 32% per la Germania, del 38% per la Spagna, del 55% per il Regno Unito e del 64% per gli Stati Uniti. L'aumento del debito dell'Italia sarà notevolmente inferiore escludendo gli interessi: +11%. In tal caso, infatti, dal 2020 al 2025 il debito pubblico italiano risulterà aumentato di “soli” 267 miliardi di euro, cioè, per dare un'idea, di poco meno di un terzo rispetto all'aumento corrispondente del debito francese, pari a 734 miliardi (+31%). 

Nel 2019, il debito pubblico italiano, espressi i debiti in euro, era di 2.411 miliardi, il terzo più alto del G7, dopo quelli di Stati Uniti (20.653 miliardi) e Giappone (10.817 miliardi), davanti a Francia (2.386 miliardi) e Regno Unito (2.249 miliardi). Nel 2025 il nostro debito sarà sceso nel G7 al quinto posto (3.137 miliardi), preceduto da quelli di Stati Uniti (35.657 miliardi), Giappone (9.436 miliardi), Regno Unito (3.464 miliardi) e Francia (3.413 miliardi). 

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Il Mattino