«La segmentazione del mercato del lavoro e una scarsa formazione professionale sono tra i principali motivi dell'elevato tasso di disoccupazione giovanile persistente in...
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«I giovani non vogliono vivere con i sussidi. Vogliono lavorare e allargare le proprie opportunità ed oggi, dopo la crisi, i governi sanno come rispondere alle loro richieste e come creare un ambiente in cui le loro speranze possano avere una opportunità», ha detto esortando quindi i governi «a rispondere alle loro richieste», per il futuro dei loro paesi e della loro democrazia.
«In alcuni Paesi» dell'Eurozona «sono stati fatti passi avanti per ridurre la disoccupazione giovanile e col consolidamento della ripresa diminuirà ulteriormente». «Ma per affrontare le cause strutturali della disoccupazione giovanile, sono necessarie forme di protezione omogenee tra i lavoratori, accordi di lavoro flessibili, programmi di formazione professionale efficaci, un elevato grado di apertura del commercio e sostegni per ridurre i costi sociali della mobilità», ha spiegato Draghi.
«Il Pil dell'Eurozona è in crescita da 17 trimestri consecutivi, creando nel complesso oltre 6 milioni di posti di lavoro», ha indicato Draghi, spiegando che «dal picco del 24% nel 2013, la disoccupazione giovanile è scesa intorno al 19% nel 2016 ma è ancora di circa 4 punti percentuali più alta rispetto all'inizio della crisi nel 2007».
«Rimanete curiosi, imparate dal mondo, la curiosità è ciò che spinge a esplorare nuove opportunità professionali e ambienti diversi e ad essere creativi», ha risposto Draghi alla domanda di una studentessa su quali consigli volesse dare a ai giovani che si apprestano ad affrontare il mondo del lavoro. «Non perdete mai il vostro coraggio», ha aggiunto il presidente della Bce. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino