Il decreto dignità mette a rischio 53 mila precari. Assolavoro lancia l'allarme sugli effetti distorsivi della riforma voluta dal governo per correggere il Jobs Act...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Secondo una indagine, il 30% delle imprese dell'industria metalmeccanica (che impiega circa 900 mila lavoratori, di cui il 2% a termine) non rinnoverà, alla data di scadenza, i contratti a tempo determinato in essere, il 37% intende trasformarli in contratti a tempo indeterminato mentre un altro 33% si riserva di decidere, valutando la situazione alla scadenza. Insomma, molte aziende navigano nell'incertezza su cosa fare ma una su tre ha già deciso di mandare a casa i dipendenti precari. Il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, ha spiegato che l'associazione «monitorerà il trend, anche in relazione alla decisione delle imprese che non si sono pronunciate ma che per avere una occupazione stabile serve una crescita stabile». E questa ha sottolineato Franchi, «dipende dalla competitività delle imprese che si basa, tra l'altro, su costo del lavoro e sostegno a investimenti, istruzione e formazione». Il dg di Federmeccanica ha rilevato inoltre che «le norme non creano occupazione, possono agevolare o meno un percorso di assunzione. Noi riteniamo che la flessibilità possa agevolare. Una flessibilità ha sottolineato ancora il dirigente che non significa precarietà visto che nel nostro settore il 40% dei contratti a tempo indeterminato sono trasformazioni di contratti flessibili e il 98% dei contratti sono a tempo indeterminato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino