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Tutti con il fiato sospeso: riusciranno i nostri governanti europei a tirare fuori dal cilindro il classico coniglio in grado di stupirci e soprattutto di farci tirare un sospiro di sollievo contro il caro-bollette? Ancora una settimana e (forse) lo sapremo. Il 9 settembre è in calendario un Consiglio straordinario dei ministri dell’energia dei Ventisette stati membri. Per quanto riguarda invece le riforme strutturali del mercato dell’elettricità si andrà «all’inizio del prossimo anno». Nel frattempo se non altro sappiamo che l’energia è al top dei pensieri a Bruxelles e questo è già una consolazione. «I prezzi dell‘energia stanno battendo record dopo record. Le conseguenze per le famiglie e le imprese non sono sostenibili. Dobbiamo affrontare questo problema insieme e con urgenza» ha twittato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
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I razionamenti
La crisi energetica in cui siamo precipitati - come ha ricordato von der Leyen - «è principalmente una crisi dei combustibili fossili. Quindi abbiamo bisogno di una soluzione verde contro questa crisi energetica dei combustibili fossili. Repower Eu fa parte della nostra risposta. Stiamo accelerando la transizione verso l‘energia pulita con un sistema interconnesso». Nel brevissimo periodo però la parola chiave è “risparmiare”, consumare energia il meno possibile. Soprattutto quella da combustibili fossili, come il gas. Anche perché al di là delle nostra volontà, il nostro inverno dipenderà molto dalle decisioni di Putin e il timore che la Russia possa chiudere del tutto i rubinetti del suo gas verso l'Europa sembra sempre più probabile.
I tagli
Gli stati membri dell’Ue tra agosto e il 23 marzo prossimo dovranno risparmiare complessivamente e congiuntamente il 15% di energia. È un target complessivo, che varia da Paese a Paese a seconda di una serie di parametri.
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Il tetto al prezzo del gas
E’ una misura proposta a livello europeo dal premier Draghi. Ma restano molti i paesi contrari, soprattutto la Germania che però negli ultimi giorni ha lanciato segnali di timide aperture.
Il disaccoppiamento
Anche per questa misura l’Italia è tra i maggiori sostenitori. Il disaccoppiamento é forse la misura che ha maggiori chance di essere accettata da tutti. Attualmente il prezzo dell’energia elettrica viene definito in base al costo marginale della fonte più cara, il metano. Il gas finisce così per far schizzare il costo dell’elettricità anche quando la corrente è generata da fonti decisamente più economiche come il nucleare o le rinnovabili, e benché queste rappresentino due terzi dell’elettricità generata in Europa. Spezzare il legame, porterebbe quindi grandi vantaggi in bolletta per il consumatore. A favore del disaccoppiamento oltre all’Italia, ci sono Spagna, Grecia, Romania e Francia. E ultimamente sono arrivate aperture anche dai paesi “falchi” del Nord, compresa l’Austria.
Il carburante
Il nostro governo sta per varare un nuovo provvedimento di aiuti contro i rincari. In arrivo anche la proroga dello sconto sui carburanti in scadenza il 20 settembre.
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Il Mattino