Roma. Il palcoscenico per l'annuncio ufficiale sarà quello del Campidoglio dove oggi si apre la terza Conferenza nazionale per la Famiglia a ben 7 anni da quella...
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Per capire la portata dell'operazione bisogna fissare alcuni paletti. Il Fondo nazionale per la lotta alla povertà dispone di 1,7 miliardi per il 2018 e di 1,85 per il 2019. Nella Finanziaria si dovrebbe prevedere che la parte di questi fondi destinata al Reddito di inserimento (1,5 miliardi per il 2018 e 1,56 per il 2018) aumenti di una somma fra l e 1,5 miliardi che però fatalmente sarà spesa soprattutto nel 2019. L'aumento dovrebbe essere ancora più pingue per il 2020. Dell'operazione si accenna nella Nota di aggiornamento del Def. Tracce scarne che però raccontano abbastanza chiaramente come intende muoversi il governo con la prossima legge di Bilancio, che sarà portata in Parlamento tra una ventina di giorni. Nella logica più volte enunciata dal ministro Padoan di un «sentiero stretto», lungo il quale l'esecutivo è obbligato a concentrare le poche risorse su obiettivi prioritari, con la manovra verrà potenziato lo strumento di contrasto alla povertà finanziato e pronto a diventare operativo dal 2018. Dunque in questa fase il maggiore impegno per le famiglie riguarderà quelle che si trovano in una situazione di disagio o che rischiano di precipitarvi.
Si tratta di una scelta più che ragionevole sulla carta visto che l'Istat e altri istituti di ricerca individuano proprio nei nuclei con figli piccoli la fascia di popolazione maggiormente a rischio, anche rispetto - ad esempio - a quella anziana. Semmai le osservazioni critiche a questo progetto del governo si sono concentrate sul fatto che le somme finora messe in gioco sono insufficienti ad affrontare il problema nella sua interezza.
Per quanto riguarda invece le politiche familiari in senso più ampio, quindi quelle destinate non solo alla componente più bisognosa, occorrerà attendere la prossima legislatura per vedere qualche novità rilevante. Un'idea è potenziare le attuali detrazioni per carichi familiari assorbendo risorse dalla cancellazione di altre agevolazioni, nell'ambito del riordino delle tax expenditures. Alla razionalizzazione delle (molte) forme di sostengo alla famiglia già esistenti, per canalizzarle in un assegno unico, punta un disegno di legge attualmente fermo in commissione al Senato, a prima firma Stefano Lepri (Pd).
Va ricordato che il Reddito di inserimento (Rei) è uno strumento che, pur non avendo valenza esclusivamente monetaria, prevede un beneficio da 187,5 a 485,41 euro mensili a secondo del numero dei figli e che già quest'anno dovrebbe arrivare a tutti i minori poveri italiani (circa 1 milione). Leggi l'articolo completo su
Il Mattino