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Il percorso va avanti spedito. Dopo aver ufficializzato il nome, i vertici, il board e anche il logo del nuovo gigante Stellantis, Fca e Psa hanno comunicato il giorno delle rispettive assemblee che, manco a dirlo, saranno contemporanee. La data fatidica non è stata scelta a caso, è il 4 gennaio, il primo lunedì dell’anno nuovo. L’agenda dell’incontro e le proposte che verranno sottoposte ai voti degli azionisti verranno rese pubbliche il 23 novembre e verranno pubblicate sui siti dei due Gruppi. Intanto prosegue la corsa nel concludere il 2020 nel miglior modo possibile, l’ultimo esercizio di due società che hanno le radici profonde oltre un secolo.
Psa ha chiuso il semestre con un sorprendente utile nonostante i danni causati dalla pandemia nella prima parte dell’anno.
È l’unico Gruppo fra i primi dieci ad aver registrato un segno positivo, escluso la Renault che è stabile (+0,2). Sui risultati ha sicuramente influito la nuova gamma che nell’anno del covid ha avuto una vigorosa sterzata verso l’elettrificazione e che ora può contare su modelli Hybrid, plug-in ed esclusivamente a batterie. Sopratutto i modelli di volume come la 500 e la Panda ora sono solamente a recupero di energia e si sono confermati protagonisti della categoria con una crescita vigorosa (il gioiello di Pomigliano ha segnato più 31%) il un segmento particolarmente penalizzato (-40).
È evidente che siamo in piena svolta ecologica. Fra i cinque grandi mercati l’Italia è quello che va meglio (-0,2% a ottobre dopo aver segnato quasi un più 10% a settembre) anche se le associazioni di categoria giustamente si lamentano che gli ecoincentivi sono stati soltanto un “blitz”. Le reti di distribuzione stanno lavorando al meglio (sono tutte aperte anche nelle numerose regioni “rosse”) e non bisogna dimenticare che ci troviamo praticamente di fronte a un nuovo lockdown con un andamento nemmeno paragonabile a quello di primavera.
L’Unrae fa notare che il breve periodo di ecobonus “allargati” ha portato al vantaggio di 125 mila rottamazioni che hanno contribuito a migliorare la qualità dell’aria. Mentre le auto con la spina da noi si utilizzano con difficoltà perché ci sono poche colonnine di ricarica, nessuna in autostrada (una media di 2,7 punti di rifornimento ogni 100 km rispetto ai 19,2 della Norvegia).
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