In Italia i progressi per la riduzione dei crediti deteriorati sono stati troppo lenti, con un calo di solo il 5% rispetto al picco del 2015. Lo afferma il Fondo monitario...
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L'ammontare dei crediti deteriorati nell'area euro è calato negli ultimi due anni di 160 miliardi di euro, ma lo stock resta elevato a circa 1.000 miliardi di euro, precisa il Fmi, invitando le autorità a portare avanti ulteriori sforzi per affrontare il problema e migliorare la bassa redditività delle banche. Un tassello cruciale per rafforzare il sistema è anche il completamento dell'Unione Bancaria.
L'Italia, così come la Francia e il Portogallo, dovrebbe approfittare dell'attuale ripresa per avviare il debito su una traiettoria di riduzione. E dovrebbe continuare sulla strada delle riforme, con priorità all'aumento della concorrenza nei mercati dei servizi e dei prodotti e a una maggiore efficienza del settore pubblico, sottolinea ancora l'organismo di Washington, mettendo in evidenza come l'Italia dovrebbe «allineare i salari alla produttività» e continuare le riforme sulla giustizia civile.
La ripresa di Eurolandia si sta rafforzando: l'outlook di breve periodo è «favorevole» con una crescita prevista all'1,9% nel 2017 e all'1,7% nel 2018, continua il Fmi sottolineando però che nel medio e lungo termine restano «significativi» rischi al ribasso, fra i quali la strutturale debolezza del sistema bancario e il possibile erodersi dell'appoggio politico all'integrazione europea. Per il 2019 e 2020 il Fmi stima una crescita dell'1,6%, mentre per il 2020 e 2021 dell'1,5%.
Cala la disoccupazione nell'area euro. Il Fmi prevede una flessione al 9,2% nel 2017 dal 10,0% del 2016. Il trend di ribasso proseguirà negli anni successivi, con il tasso di disoccupazione che scenderà all'8,8% nel 2018 e all'8,5% nel 2019.
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Il Mattino