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La sovranità europea, il gas, l’elettricità, il price cap, perfino il nucleare: sono in perfetta sintonia Emmanuel Macron e Olaf Scholz e l’asse tra Berlino e Parigi non è mai parso tanto solido come ieri, al termine della videoconferenza tra il presidente francese e il cancelliere tedesco. Assente l’Italia, che pure dall’inizio della crisi è sempre stata in prima linea grazie al presidente del Consiglio Mario Draghi. Ma le geometrie nell’Europa della guerra e della crisi energetica appaiono sempre più variabili, e ieri sono state la «solidarietà del gas» e la «solidarietà elettrica» a fare da collante tra le due capitali europee. Già giovedì scorso Macron aveva tenuto a salutare pubblicamente il discorso sull’Europa pronunciato a Praga dal collega tedesco. Scholz si è detto a favore dell’allargamento della Ue fino a «30 e anche 36 membri», ma ha anche lanciato un appello a favore della fine del diritto di veto per evitare le cicliche paralisi istituzionali. «Saluto il discorso di Scholz – ha detto Macron davanti ai suoi ambasciatori riuniti all’Eliseo – sono parole che vanno nello stesso senso della strategia francese per un’Europa più forte e più potente». La sintonia franco-tedesca è stata confermata ieri in un colloquio a distanza sull’energia e la strategia per superare i rigori invernali e l’annunciato taglio ai rifornimenti di gas russo.
La solidarietà
Parigi e Berlino si sono messe d’accordo su uno scambio bilaterale gas-elettricità: «Aiuteremo con il nostro gas e in cambio beneficeremo dell’elettricità dalla Germania» ha sintetizzato Macron in una conferenza stampa all’Eliseo. La Francia si è impegnata a esportare più gas in Germania, che in cambio fornirà più energie elettrica alla Francia, in difficoltà con la produzione nazionale a causa di una diminuzione di produzione nelle centrali nucleari, molte delle quali ferme per manutenzione. «Abbiamo bisogno di solidarietà – ha ripetuto più volte Macron – questa solidarietà franco-tedesca si iscrive più ampiamente in una solidarietà europea.
Il passaggio
In compenso il presidente francese non vede di buon occhio il progetto Midcat, che prevede la costruzione di un nuovo gasdotto tra Francia e Spagna, progetto invece sostenuto da Madrid e Berlino: «In Europa ci servono più interconnessioni elettriche ma non son convinto che ce ne servano altre per quanto riguarda il gas, il cui impatto sull’ambiente e l’ecosistema sono importanti – ha detto Macron - nessuno studio ci dimostra che ci sia questa necessità». Infine, ai francesi Macron ha chiesto di diminuire del 10 per cento i loro consumi. È la “sobrietà volontaria” che consentirebbe al paese di affrontare l’inverno con tranquillità. Se i francesi non riusciranno a essere virtuosi spontaneamente, lo stato dovrà intervenire con misure coercitive che potrebbero arrivare fino al razionamento. «La soluzione è nelle nostre mani – ha detto il presidente – tocca a noi». In Germania, Scholz ha deciso di correre ai ripari temporeggiando sulla annunciata fine del nucleare. Per far fronte a eventuali penuria di energia, il cancelliere ha deciso di tenere per il momento «in stato di veglia» fino alla primavera del 2023 due delle ultime tre centrali nucleari ancora in funzione e che avrebbero dovuto essere definitivamente chiuse entro la fine dell’anno.
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Il Mattino