Ancora altri sforzi. È questa in sintesi la richiesta del ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, ai vertici di ArcelorMittal ricevuti ieri per analizzare l'offerta...
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Il colosso franco-indiano maggior azionista della newco che ha vinto la gara, intanto, tiene a precisare di aver partecipato al bando e a tutti i passi successivi in «buona fede» e di avere fiducia nel fatto che «presto» si potrà «completare la transazione iniziando ad implementare i piani industriale, sociale ed ambientale». All'incontro con Di Maio la delegazione si è presentata guidata da Aditya Mittal presidente e Cfo ArcelorMittal. Un ulteriore segnale lanciato al ministro di forte interesse per il gruppo. Mittal ha ribadito a Di Maio che il loro piano di turnaround ha «come obiettivo il riposizionamento di Ilva ai primi posti dell'industria europea dell'acciaio». Per il ministro la nuova proposta è «un passo avanti» dal punto vista ambientale, «ma - ha detto - sull'occupazione la situazione ancora non è soddisfacente e va ulteriormente approfondita». Siccome l'azienda «ha chiesto l'opportunità di poter raccontare l'addendum a tutte le parti interessate» - ha continuato - «convocheremo subito il tavolo interistituzionale» e poi i sindacati.
«Non aggiunge nulla di nuovo alla vicenda dell'Ilva, se non ulteriori incertezze che non fanno che aggravare la situazione» commenta il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Delusione anche per la mancanza di novità sui livelli occupazionali: «La nostra posizione su questo punto è chiara: zero esuberi o non firmeremo alcun accordo». «È necessario che il ministro convochi urgentemente le organizzazioni sindacali per chiarire i tempi e per comunicare in via definitiva il soggetto che rileverà l'Ilva. Solo dopo questo chiarimento ha senso l'apertura del tavolo negoziale» intima la segretaria generale della Fiom Francesca Re David. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino