Stavolta si parte davvero. O meglio, da poche ore è possibile simulare sul sito Inps l’importo dell’Ape volontario a cui si ha diritto e presentare...
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Un meccanismo per non far saltare i conti. Proprio sul costo delle pensioni si è soffermato il presidente dell’Inps Tito Boeri: «Tornare ad una situazione pre-Fornero avrebbe un costo di 85 miliardi». Davvero troppi.
Per l’Ape proprio per il tempo trascorso ci sono potenziali interessati che hanno il diritto a percepire arretrati di Ape maturati tra il maggio 2017 e la data di entrata in vigore del Dpcm (18 ottobre): queste persone, nate entro il 18 maggio 1954, devono fare domanda entro il prossimo 18 aprile e dunque hanno interesse a presentare quanto prima la richiesta di certificazione. Il simulatore, che non richiede credenziali, dovrebbe servire a farsi un’idea della convenienza di questa formula: in sostanza se vale la pena di rinunciare a un pezzetto di pensione futura per garantirsi un trattamento anticipato. Inseriti i propri dati si ottiene l’importo della rata netta da restituire “alleggerito” grazie a un credito d’imposta pari al 50% di quanto versato per interessi e premio assicurativo. L’incidenza della trattenuta applicata per 20 anni dipende naturalmente dall’entità dell’anticipo e dal periodo per il quale lo si percepisce. Le somme includono però anche il capitale di cui si è fruito: misurando l’onere in termini strettamente finanziari il costo netto si aggira sull’1,5 l’anno. Possono richiedere l’Ape lavoratori dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata Inps: servono 63 anni di età e non più di 3 anni e 7 mesi dal diritto alla pensione. L’anticipo è compatibile con l’attività lavorativa e con l’Ape sociale (l’indennità riservata ad alcune categorie di lavoratori) ma non con un’altra pensione diretta.
«Parte finalmente la sperimentazione che si rivolge ad un bacino potenziale di 300 mila persone e ha nel bilancio pubblico risorse per garantire l’anticipo a più di 100 mila» commenta Stefano Patriarca, esperto del team economico di Palazzo Chigi che ha lavorato assiduamente al progetto. «Speriamo che le banche aderiscano e siano numerose - aggiunge - per consentire a chi vuole di avere un anticipo che consente di uscire dal mercato del lavoro anche 3 anni prima pagando sì un costo, ma limitato». Gli istituti che partecipano sono per il momento Intesa-Sanpaolo e Unicredit. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino