Matteo Renzi aveva parlato nel forum al Mattino dell’altro giorno «di una svolta incredibile per la vita degli italiani». E ieri, a Palazzo Chigi, nel presentare...
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L’accelerazione è evidente. «L’Italia ha come obiettivo da qui al 2020 di coprire il 100% a 30 mega bps e arrivare al 50% di abbonamenti a 100 mega bps», ha spiegato il premier. Quanto alle risorse pubbliche Renzi ha citato «un fondo dello Stato con 4,9 miliardi del Cipe, di cui 3,5 già stanziati, di cui 2,2 già andati ad “aree bianche” o a “non interesse di mercato”». E ne ha approfittato per ribadire la sua strategia: «Ci dicono che è un rischio fare le opere. Ma l’unico rischio che ha l’Italia è non sbloccare le opere pubbliche e private». «Il 29 aprile, giorno in cui abbiamo organizzato un grande evento per i 30 anni di internet centrato su Pisa, partiranno le prima gare per i cluster C e D, dove gli operatori faranno la gara e vinca il migliore» ha detto il capo del governo.
Ma che c’entra Enel con la banda larga? Anche su questo punto Renzi è stato chiaro: «Enel continua a fare la sua parte su energia tradizionale ed elettrica, ma è anche all’avanguardia sulla tecnologia». E questo ulteriore tassello «offre una possibilità in più sulla banda larga». La società è ovviamente aperta alla partecipazione di altri investitori. Non a caso Starace ha detto che «i partner finanziari di Enel Open Fiber saranno selezionati dopo l’estate» confermando di avere già ricevuto «parecchie manifestazioni d’interesse». Si tratterebbe di fondi ma di sicuro la scelta del governo potrebbe aprire uno scenario delicato nei rapporti con gli altri operatori: Telecom, ad esempio, potrebbe rompere gli indugi e allearsi con Metroweb (se ne potrebbe sapere qualcosa di più mercoledì, giorno dell’insediamento del nuovo Ad Flavio Cattaneo). Di sicuro il business della banda larga potrebbe diventare strategico per Enel anche se il rapporto con la clientela di Vodafione e Wind va ancora pianificato nel dettaglio (a cominciare da costo finale per i clienti).
In ogni caso il guanto di sfida a Telecom Italia è lanciato anche se Enel non esclude possibili colaborazioni sulla banda larga: «Sarebbe fantastico se Telecom facesse parte della partita» ha detto Starace. E aggiunto: «Il dialogo c’è stato fin dall’inizio, anzi è il primo operatore con cui abbiamo parlato. Siamo aperti a qualunque soluzione con tutti gli operatori», a partire da partnership nei luoghi dove l’Enel non ha la rete elettrica. Ad esempio «se a Roma Acea volesse far parte» del progetto per la posa della fibra per la banda ultralarga «sarebbe positivo» e «la faremmo anche lì».
Il piano Enel è il quarto in ordine di tempo ad essere stato presentato. A Internet veloce lavora infatti da tempo Telecom Italia (3,6 miliardi investiti per la banda ultra larga fissa in fibra ottica, con il 42% delle abitazioni già raggiunte); Fastweb, che ha annunciato il potenziamento della fibra ottica fino a 200 mega al secondo e l’estensione della rete ad altre città, tra cui Caserta; e Metroweb che ha messo sul piatto un miliardo per il cablaggio di dieci città tra cui anche Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino