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Entrati di prepotenza nel dibattito, i Lep sono un po' oggetto del desiderio, un po' merce di scambio per l'autonomia differenziata. I Livelli essenziali delle prestazioni nascono il 18 ottobre del 2001 con la più profonda riforma della Costituzione dal 1948 ma per vent'anni restano nell'ombra o quasi. Nella legge di Bilancio in discussione alla Camera, però, è spuntata all'articolo 143 una Cabina di regia presieduta dalla premier Giorgia Meloni, composta da una dozzina di ministri e da rappresentanti degli enti locali, che dovrà fare, come prima cosa, la ricognizione dei Lep esistenti. Tema non agevole perché in effetti sulla definizione dei livelli si sono finora seguite le strade più diverse creando una vera e propria babele di regole, anche se per la maggior parte delle prestazioni la scelta pilatesca è stata di non decidere affatto.
La sanità
Le prestazioni sanitarie garantite esistevano già prima della riforma costituzionale e nel novembre del 2001 sono state individuate come Lea, livelli essenziali di assistenza.
Le borse di studio
Nate come Lep nel 2012 (decreto legislativo 68), sono in perenne attesa di un decreto ministeriale che fissi le regole. Nel frattempo è cambiato il mondo, per cui la cornice iniziale, che escludeva per esempio computer e tablet, andrebbe rivista. Le Borse di studio quindi hanno il loro finanziamento, cresciuto nel tempo, senza però un aggancio coerente con la prestazione.
Il reddito di cittadinanza
Pochi se ne sono accorti (neppure l'Ufficio studi della Camera) ma l'introduzione del Reddito di cittadinanza nel 2019 è avvenuta con la formula del Lep, quindi con una forte tutela legislativa da eventuali riduzioni. Ciò nonostante lo strumento di contrasto alla povertà si avvia a essere profondamente rivisto.
Gli assistenti sociali
È il Lep più beffardo: introdotto nel 2021 per portare in tutta Italia il numero di assistenti sociali alla quota minima di uno ogni 5.000 residenti ha una formula che in concreto aiuta con premi chi è vicino alla soglia (uno su 6.500) oppure l'ha già raggiunta o superata mentre lascia indietro chi ha più bisogno. Il paradosso di un Lep che allarga i divari.
Gli asili nido
È il modello di successo. Dal primo gennaio del 2022 il livello è fissato a 33 posti ogni cento bimbi in età 3-36 mesi. Ai Comuni sarà gradualmente garantito l'integrale finanziamento (ci si arriverà nel 2027) superando la vergogna degli zeri al Sud denunciata dal Mattino fin dal 2014.
Il trasporto per i disabili
Non sono un vero Lep ma un obiettivo di servizio. Manca infatti il target di studenti disabili che si vogliono garantire. Però c'è un finanziamento crescente fino al 2027 per migliorare la situazione attuale che vede meno del 10% dei disabili serviti.
I Lep informali
A confondere di più il quadro, ci sono norme che hanno previsto prestazioni non espressamente configurate dal legislatore come Lep, ma individuate come tali in sede interpretativa. È il caso è dei criteri di assegnazione delle case popolari, definite dalla Corte costituzionale come Lep nella sentenza 121 del 2010.
I Lep assenti
La gran parte dei diritti civili e sociali non ha ancora un livello definito per legge. Il capitolo di maggior rilievo è quello dell'istruzione, per cui oggi i fabbisogni standard comunali riconosciuti hanno fortissime differenze territoriali. Nulla si è fatto sui trasporti, la tutela dell'ambiente, l'erogazione di servizi come acqua, gas, elettricità, il diritto a una connessione internet di qualità e ancora temi come la sicurezza del lavoro.
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