Ancora una seduta con Piazza Affari in testa ai listini europei, in barba ai dazi paventati dalla Casa Bianca. Il bilancio per le Borse del Vecchio continente è nel...
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Dopo due giorni in cui a tenere banco sono state le elezioni italiane, dove i tempi per il nuovo Governo non si annunciano brevi, a rubare la scena sono stati i temuti dazi di Donald Trump e le dimissioni in polemica del suo consigliere economico Gary Cohn. La Casa Bianca ha fissato per questo fine settimana, alcuni prevedono già domani, l'annuncio della tassazione extra su acciaio (al 25%) e alluminio (10%), ricevendo le repliche irritate della Ue, che stima in 2,8 miliardi le potenziali perdite per le aziende europee. La Commissione Ue nel frattempo bacchetta l'Italia per i suoi "squilibri economici eccessivi", sostenendo che "un Governo di transizione non avrebbe pieno mandato per le manovre di bilancio", mentre gli occhi sono puntati sulla riunione della Bce di domani. In calo a quota 129,4 lo spread tra Btp e Bund.
Il faro a Piazza Affari è stato acceso in particolare su Telecom, inizialmente poco mosso, che alla fine delle contrattazioni è salito dell'1,8% dopo il via libera alla separazione della rete, i conti 2017 e il piano di investimenti per 9 miliardi di euro. A tenere banco anche l'irruzione nel capitale del fondo americano Elliott, con l'amministratore delegato Amos Genish che si dice "pronto al confronto".
Ancora acquisti su Fca (più 1%, dopo il balzo del 5,7% della vigilia) seguiti all'upgrade di Moody's e le parole di Sergio Marchionne, che da Ginevra assicura "non venderò mai Magneti Marelli". Leggi l'articolo completo su
Il Mattino